Un
primo gruppo di alpini della sezione Ana di Lecco è partito ieri, venerdì 19
maggio, alla volta delle zone alluvionate della Romagna. Altre 50 penne nere,
sotto il coordinamento dell’Unità di protezione civile dell’Ana guidata da
Cristian Mornico, hanno già dato la loro disponibilità a muoversi in tempi
rapidissimi e sono pronte ad avvicendare nei prossimi giorni le squadre già
all’opera per un intervento destinato a prolungarsi nel tempo, vista la
drammatica entità dei danni provocati dal maltempo.
Cinque
gli alpini lecchesi che, inquadrati nella colonna di Protezione civile del II
Raggruppamento Ana con base a Cesano Maderno, a cui fanno capo le sezioni della
Lombardia e dell’Emilia Romagna, hanno raggiunto la zona di Forlì dove
appunto da ieri sono al lavoro per arginare l’ondata di acqua e fango che ha
invaso abitazioni e aziende, impiegando sia sacchi di sabbia per creare nuovi
argini sia motopompe e idrovore per aspirare i liquidi dai locali già invasi,
oltre che per collaborare alle operazioni di soccorso alla popolazione e di
ripulitura delle strutture danneggiate dal maltempo.
“La
risposta delle nostre penne nere all’appello lanciato dal presidente nazionale Sebastiano
Favero - commenta il presidente dell’Ana di Lecco, Emiliano Invernizzi - è
stata immediata e commovente. In poche ore cinquanta volontari hanno dato la disponibilità
a partire per le aree alluvionate. Tra loro molti giovani, al primo impegno sul
campo dopo aver seguito corsi ed esercitazioni di protezione civile. E’ la
dimostrazione concreta che i valori della nostra associazione stanno mettendo
radici anche tra le giovani generazioni, tenendo vivo quello spirito di
solidarietà che anima i nostri nuclei di Protezione civile così come tutti i gruppi
presenti sul territorio lecchese”.
“Un
gesto, il loro - aggiunge Invernizzi - che fa ben sperare anche per il futuro
della nostra presenza nella società lecchese e italiana”.
Le
squadre di Protezione civile dell’Ana resteranno in Emilia sino alla fine
dell’emergenza.
Oggi
la Protezione civile dell’Ana può contare su tredicimila volontari formati nel
campo dell’emergenza e dotati di attrezzature, mezzi e veicoli adeguati,
compreso il grande ospedale da campo del Gruppo di intervento medico chirurgico
alpino, perfettamente adeguato alle esigenze operative sanitarie più gravi e
che oggi è la struttura non militare di questo tipo più grande in Europa.
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