Domani
pomeriggio alle 15 le esequie nella chiesa arcipresbiterale di Calolziocorte. E
mentre si susseguono i messaggi di cordoglio per la morte di Umberto
Filacchione, l’avvocato lecchese Sonia Bova così ricorda il giornalista scomparso
all’età di 77 anni.
Caro Umberto, ci
mancherai quando, terminata un’udienza, salutati i colleghi, l’assistito, i magistrati
e i cancellieri non ti troveremo più in fondo all’aula a dispensare buonumore, a
distribuire notizie e ad accoglierci come amico, prima ancora che quale
esercente l’alta funzione di giornalista: quella di chi, quotidianamente, fa i
conti con la verità, propria prima ancora che altrui, elevata a sistema di vita
di gente specchiata e nobile d’animo come te, allontanatoti da questa Terra
senza nulla portarti appresso tanto grande era il tuo disprezzo per la vile
pecunia, la quale - non avendoti affascinato quand’eri tra noi - non ti ha mai
reso schiavo lasciandoti libero di esprimerti, leale nel parlare, onesto fino
al midollo, severo con i furbi, malevolo coi saccenti, terribilmente nemico
degli ipocriti.
Ci mancherà la
tua risata aperta e schietta, il tuo inconfondibile timbro di voce che tuonava
tra i corridoi del Palazzo di giustizia, là dove la cronaca giudiziaria era il
tuo pane quotidiano, l’amicizia e la solidarietà dei colleghi non ti è mai
venuta meno, così come la battuta facile, l’eloquio spedito, il pensiero
fulmineo e l’arguzia inesauribile.
Mancherai a tutte
le categorie di persone con le quali, per via del tuo serio impegno lavorativo,
sei venuto a contatto: i magistrati, gli avvocati, i cancellieri, i lavoratori,
le rappresentanze sindacali, i politici, gli amministratori locali e chi più ne
ha più ne metta.
Ti sei espresso
in molteplici ambienti al cui interno hai sempre dato il massimo, con la
bonomia, il garbo e, talora, le stilettate tipiche di chi non è solito mandarle
a dire tanta era la sincerità che traspariva dal tuo animo e pervadeva il tuo
esemplare modo di essere.
Calolziocorte
non sarà più la stessa senza di te e anche Lecco e il circondario, ove il tuo
nome era rinomato e conosciuto come quello di un professionista con la schiena
ben dritta, la volontà e la dignità incoercibili, la rettitudine morale nota ai
più, la modalità semplice e alla mano con la quale ti rapportavi agli altri, i
quali hanno sempre visto in te uno stimato gentiluomo, un onesto lavoratore,
uno specchiato amministratore comunale, un integerrimo uomo d’altri tempi, che
della preparazione, della galanteria, dell’umanità e della strepitosa generosità
aveva fatto la sua bandiera, che tuttora sventola leggera facendoti apparire
per quello che sei sempre stato ritenuto da tutti: una persona stupenda, prima
ancora che un grande giornalista.
A presto, amico
caro, ricordati di noi là ove splende la luce perenne e abbi fiducia che
nessuno, quaggiù, potrà mai più dimenticarti, avendo tu aperto un solco nel
quale solo i puri di cuore come te saranno in grado di proseguire, perseverando
nel fondamentale compito di informare i cittadini restando profondamente liberi
nell’animo e tersi come un cristallo. Ad maiora. Semper.
Sonia Bova
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