“Chi siamo noi
missionari? Siamo dei pirati. Corsari all’arrembaggio del Vangelo, sempre e comunque
a servizio di Sua maestà il Re dei re, amanti silenziosi della Chiesa e pronti
a trovarle nuove terre”
Dalla Polinesia
francese, dove si trova da oltre tre anni, padre Sandro Lafranconi indirizza
alla comunità mandellese questo suo messaggio augurale:
Porgo
volentieri gli auguri di buona Pasqua a Mandello Lario e ai mandellesi in
quanto erede di una tradizione che si perde lontano nel tempo ma che è sempre
stata vivace. Un esempio fra i tanti padre Ambrogio Poletti, soprannominato il “portinaio
della Cina”, mentre l’affetto e la stima mi suggeriscono il nome di padre Mario
Marazzi, il decano dei missionari mandellesi, ancor oggi in missione a Hong Kong.
E tutti gli altri mandellesi missionari già nella pace di Dio o ancora in giro
per il mondo. Non me ne vogliano se li associo nello stesso
ricordo e nell’amicizia che nasce dall’essere missionari.
Ma
chi siamo noi missionari? Siamo dei pirati. Corsari all’arrembaggio del
Vangelo, sempre e comunque a servizio di Sua maestà il Re dei re con il
permesso di annunciare a ogni costo.
Amanti
silenziosi della Chiesa e pronti a trovarle nuove terre. Amanti ugualmente
della libertà e del rischio, dell’inconsueto. A disagio tra le mollezze
curiali, gli intrighi canonici e i rigori integristi. Pronti a manifestare a
tutti il rispetto dovuto, ma insofferenti se costretti a dovere rispetto. A
volte stimati, a volte invidiati e sovente incompresi. Decisamente! Da Mandello
potevano venir fuori missionari imbellettati di perbenismo e in cerca più di un
porto che di nuovi orizzonti?
Erede
e rappresentante di questa stirpe, eccomi da più di tre anni in Polynésie française
dopo più di quindici in Guadalupa e venticinque in Costa d’Avorio. E i miei compaesani
buontemponi ridacchiando diranno: Eh,
dolza l’uga! A fa el missiunari inscé son bon anca mé.
Oggi
sono parroco nelle isole Sottovento, le Raromatai, che sono parte dell’arcipelago
dove si trova anche Papeete, la capitale della Polynésie française. Come una
trottola continuo a spostarmi tra Raiatea, Tah’a, Bora Bora e Huahine. Sono
disperso nel cuore dell’Oceano Pacifico a servizio della diocesi più vasta
della Chiesa cattolica e faccio parte di una ventina di preti coadiuvati da più
di cinquanta diaconi.
Non
ho certo il tempo di spaparanzarmi in panciolle sulle splendide e mitiche
spiagge da sogno. Non mi riesce di confondermi con la schiera dei turisti
venuti a godersi le bellezze mozzafiato del Pacifico e della sua vegetazione. E
non mi posso concedere il lusso di pensare alla pensione, o anche soltanto alle
vacanze o alle crociere.
Ogni giorno mi debbo cimentare con una splendida lingua armoniosa e difficile e anche con la mia memoria di ultrasettantenne che ha perso l’elasticità con cui imparavo il francese sui banchi delle medie, alla scuola dell’indimenticabile professoressa Angela Bongiovanni.
Buona Pasqua, allora! A tutta Mandello e a tutti i mandellesi, compresi quelli che magari non sanno nemmeno più cosa voglia dire santificare le feste e voler bene a tutti. Buona Pasqua! La vita è più forte della morte e la gioia non permette mai che la tristezza abbia l’ultima parola.
Padre Sandro Lafranconi
Le celebrazioni della Settimana santa... |
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