Nella sua ultima
omelìa al “Sacro Cuore” disse: “Penso alle persone che ho conosciuto e che mi
hanno aiutato con la semplicità e la ricchezza della loro fede, con l’esempio
del loro coraggio e della loro bontà e anche con la loro amicizia e la loro
collaborazione disinteressata”
(C.Bott.) “Non posso dimenticare i malati. Volevo
passare da tutti, ma ho potuto salutare personalmente soltanto alcuni di loro.
Comunque porto con me l’elenco dei loro nomi per ricordarli nella preghiera.
Ma, oltre a ricordarvi e a dirvi il mio grazie, devo anche chiedere scusa per
l’impazienza, la fretta con cui posso aver rattristato qualcuno. Vi posso
assicurare che non l’ho mai fatto intenzionalmente. Purtroppo ho un carattere
che molte volte umilia e rattrista anche me...”.
Parlava
così, don Gianni Gatti, nella sua ultima omelìa pronunciata nel giugno 2008 in occasione della festa di congedo organizzata in suo onore al “Sacro
Cuore”, la parrocchia di Mandello Lario da lui guidata ininterrottamente dal 6
settembre 1986 al 30 giugno appunto del 2008. Poi, la sera del 1° aprile 2013,
dunque esattamente dieci anni fa, don Gianni moriva a Como. A lui era succeduto
don Pietro Mitta, oggi parroco a Como San Fedele.
Nato ad Albate nel 1926, don Gianni era entrato in Seminario nel ‘37 per essere ordinato sacerdote il 26 giugno 1949. Vicario a Bormio fino al ‘61, andò successivamente a Gaggino e in quegli stessi anni si laureò in filosofia all’Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Milano e divenne assistente delle Acli comasche. Dal 1971 al 1986 ricoprì la carica di rettore del Seminario di Como, prima di essere nominato parroco di Mandello Lario, incarico che mantenne ininterrottamente per 22 anni, per l’esattezza dal settembre dell’86 a giugno del 2008.
Sempre nella sua ultima omelìa, in occasione della festa di saluto di quindici anni fa, don Gianni aveva anche detto: “Penso alle messe che ho celebrato, ai sacramenti che ho amministrato, alla possibilità di approfondire, insieme con voi, il senso della parola di Dio. Penso alle persone che ho conosciuto e che mi hanno aiutato con la semplicità e la ricchezza della loro fede, con l’esempio del loro coraggio e della loro bontà e anche con la loro amicizia e la loro collaborazione disinteressata. E’ questo il modo concreto con cui il Signore, in questi anni, mi ha fatto sentire la sua presenza e mi ha dato il suo aiuto, quell’aiuto che mi ha permesso di mantenere la fiducia, anche nei momenti di difficoltà, quando mi sono trovato di fronte a situazioni che mi disorientavano e che non sapevo come affrontare”.
Nato ad Albate nel 1926, don Gianni era entrato in Seminario nel ‘37 per essere ordinato sacerdote il 26 giugno 1949. Vicario a Bormio fino al ‘61, andò successivamente a Gaggino e in quegli stessi anni si laureò in filosofia all’Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Milano e divenne assistente delle Acli comasche. Dal 1971 al 1986 ricoprì la carica di rettore del Seminario di Como, prima di essere nominato parroco di Mandello Lario, incarico che mantenne ininterrottamente per 22 anni, per l’esattezza dal settembre dell’86 a giugno del 2008.
Sempre nella sua ultima omelìa, in occasione della festa di saluto di quindici anni fa, don Gianni aveva anche detto: “Penso alle messe che ho celebrato, ai sacramenti che ho amministrato, alla possibilità di approfondire, insieme con voi, il senso della parola di Dio. Penso alle persone che ho conosciuto e che mi hanno aiutato con la semplicità e la ricchezza della loro fede, con l’esempio del loro coraggio e della loro bontà e anche con la loro amicizia e la loro collaborazione disinteressata. E’ questo il modo concreto con cui il Signore, in questi anni, mi ha fatto sentire la sua presenza e mi ha dato il suo aiuto, quell’aiuto che mi ha permesso di mantenere la fiducia, anche nei momenti di difficoltà, quando mi sono trovato di fronte a situazioni che mi disorientavano e che non sapevo come affrontare”.
Quando
don Gianni lasciò la guida della parrocchia mandellese don Ambrogio Balatti, all’epoca
arciprete di Chiavenna, scrisse: “Ho conosciuto don Gianni agli inizi degli
anni Settanta. Lui era da poco diventato rettore del Seminario Maggiore di
Como. Erano anni “caldi” non solo sul piano sociale ma anche in campo
ecclesiale. E in questo contesto storico ho conosciuto appunto don Gianni ed è
nata la mia amicizia con lui. Vedevo e apprezzavo l’equilibrio, l’umanità e lo
spirito cristiano con cui lui si muoveva in quella realtà così tormentata e in
continua evoluzione. Avevamo tanti amici in comune tra i giovani e i vecchi
aclisti, di cui ammiravamo la determinazione nel continuare a stare dalla parte
dei lavoratori ma rimanendo al tempo stesso vicini alla Chiesa, quella
rinnovata, uscita dal Concilio Vaticano II”.
“Don
Gianni con la sua pazienza, il suo stile sobrio e concreto, mai retorico, unito
a una giusta fermezza - aggiungeva - si conquistò la stima e la fiducia degli
aclisti, per i quali rimase a lungo un punto di riferimento”.
E
a proposito dell’esperienza mandellese di don Gianni, don Ambrogio scriveva:
“E’ stata certamente una grazia per la parrocchia del Sacro Cuore. Lui con
intelligenza ha dato continuità alla solida tradizione cristiana del paese,
facendo capire però che essa può continuare solo se rimane innestata a Cristo,
attraverso l’adesione personale e convinta dei cristiani”.
Oggi
la comunità di Mandello Lario ricorderà don Gianni Gatti, nel decennale della scomparsa, alla messa delle 11 al “Sacro Cuore”.
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