L’ex segretario
particolare di Joseph Ratzinger: “Non posso dire di essere stato amico dell’arcivescovo
di Milano, ma a lui mi legano una grande simpatia personale e una profonda
stima”
(C.Bott.) “Credo che non pochi cardinali
avrebbero vissuto bene se Angelo Scola fosse stato pontefice”. A dirlo è padre
Georg Gänswein, per lunghi anni segretario particolare di Joseph Ratzinger. E a scriverlo è il Corriere della Sera in un’intervista a
firma Giampiero Rossi pubblicata in occasione della presentazione alla libreria
Mondadori a Milano del libro Nient’altro
che la verità - La mia vita al fianco di Benedetto XVI scritto con il
giornalista Saverio Gaeta.
Alla
domanda se lui avrebbe gradito l’elezione a papa dell’allora arcivescovo di
Milano, come noto figlio della terra lecchese (è nato a Malgrate, dove suo
fratello Pietro fu stimato sindaco, il 7 novembre 1941), da luglio 2017
arcivescovo emerito del capoluogo lombardo, padre Georg risponde: “Io non posso
dire di essere stato amico del cardinale Scola, ma a lui mi legano una grande
simpatia personale e una profonda stima”.
E
sul rapporto tra papa Benedetto e Angelo Scola, oggi residente a Imberido di
Oggiono, afferma: “Mi vengono in mente le due visite ufficiali che Ratzinger
fece a Scola durante il suo pontificato. La prima fu a Venezia, dove Scola era
patriarca, nel maggio 2011. L’accoglienza fu straordinaria e poi si notava già la
simpatia umana e la sintonia teologica tra il Papa e il Patriarca. Si
conoscevano da tempo e a quel punto si ritrovarono in una bella armonia. Per
descriverla, mi viene in mente l’immagine di una barca a vela sospinta da una
buona brezza”.
L’altra
visita a cui monsignor Gänswein fa riferimento è quella avvenuta a Milano nel 2012.
“Fu in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie - ricorda l'arcivescovo tedesco - Erano le stesse due persone, anche se il
cardinale aveva cambiato ruolo e città e ricordo benissimo di averli visti felici
quando sono entrati nello stadio di San Siro gremito”.
Poi
un riferimento al conclave del 2013 seguito alle dimissioni di papa Ratzinger e
la domanda se sarebbe stato contento se la scelta dei cardinali fosse caduta sull’arcivescovo
di Milano. “Al di là della mia stima e simpatia personale - risponde l’ex
segretario di Benedetto XVI, classe 1956 - lei capisce che ogni mia frase potrebbe
essere interpretata come una manifestazione negativa nei confronti dell’attuale
pontefice. E a Santa Marta c’è grande sensibilità…”.
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