Il fondo (ma forse non ancora) era stato
toccato lo scorso 19 febbraio, quando durante una partita casalinga della
Polisportiva Mandello era stato fatto esplodere un ordigno non meglio
identificato che aveva colpito uno spettatore.
Quel gesto faceva seguito a una serie di
comportamenti irrispettosi e irriguardosi, con ripetute segnalazioni di
insulti, bestemmie e ingiurie da parte di chi raggiunge il campo sportivo
comunale di Mandello per assistere a una partita di calcio, anche durante la
disputa di incontri delle squadre giovanili.
Spesso a farne le spese sono giovanissimi
calciatori o altrettanto giovani direttori di gara, che andrebbero invece
rispettati al di là del tifo e dell’appartenenza a questa o a quell’altra
squadra.
Così nei giorni scorsi l’amministrazione
comunale aveva affisso un avviso in cui si premetteva che “per rispetto di
tutta la cittadinanza e soprattutto dei giovani frequentatori l’area in questione,
gestita dalla Polisportiva, deve essere utilizzata in maniera positiva, esclusivamente
per divertirsi e far crescere i ragazzi con un sano spirito agonistico, con
educazione e con rispetto”.
Comportamenti contrari a questi
princìpi, si rimarcava nella stessa comunicazione, non saranno più tollerati.
Detto e fatto. Di fronte al ripetersi ieri di insulti razzisti, battibecchi e
scontri tra giocatori e genitori, al punto da richiedere l’intervento delle
forze dell’ordine, è stata presa la decisione di far disputare la partita in
programma oggi pomeriggio a porte chiuse.
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