(C.Bott.) La tradizione affonda le radici in anni
lontani e vuole che la festa si tenga in occasione dell’Annunciazione, la cui
ricorrenza liturgica cade il 25 marzo. Così sarà anche quest’anno, con la
frazione varennese di Fiumelatte che celebrerà la Madonna nera con una
processione che sabato partirà da Pino alle ore 20 e sarà seguita dall’incanto
dei canestri e dalla distribuzione dei “turtej de la Madona”, deliziosi
tortelli ricoperti di zucchero a velo la cui tradizione culinaria viene
tramandata dalle donne del paese.
Domenica
26, poi, nella chiesa della frazione intitolata alla Vergine di Loreto alle
10.30 messa solenne e lunedì 27 alle 20.30 celebrazione eucaristica in
suffragio dei defunti.
La
statua lignea della Madonna nera con bambino bianco custodita nella chiesa di
Fiumelatte viene fatta risalire al XVII secolo, quando l’Oratorio della
frazione venne benedetto da padre Vittorio Bertarini, oblato del Santo Sepolcro
di Milano, rettore e parroco della chiesa di San Giorgio in Varenna in data 11
agosto 1685.
Nel
1967 l’Oratorio venne dedicato all’Annunciazione, ricostruito per volontà di monsignor Diego Venini, nativo
di Fiumelatte e dapprima segretario poi elemosiniere segreto di quattro pontefici
(da Pio XI a Paolo VI) la cui salma riposa proprio in Fiumelatte.
Caratteristica
della statua è come detto la Madonna Nera con bambino bianco, a rappresentare
l’unità delle razze in Cristo e in Maria. Dal collo della Vergine pende una
collana con tre file di preziosi.
Importante
aneddoto storico è che negli anni Cinquanta l’allora coadiutore di Varenna,
constatando il deterioramento della statua, programmò di farla restaurare e in
sostituzione ne commissionò una nuova, di foggia del tutto simile a quella della
Madonna di Loreto, che come noto ha il corpo interamente fasciato, braccia
comprese, così che la gente di Fiumelatte le attribuì il titolo, poco decoroso,
di “Madonna della penagia” (nel dialetto locale la “penagia” è uno strumento
artigianale utilizzato per trasformare la panna in burro).
L’avversione
dei cittadini ad accogliere la nuova statua convinse i parroci a far eseguire
un restauro dell’antica statua.
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