(C.Bott.) Dalla data
della sua scomparsa sono passati esattamente cinque anni. Era infatti il 13
marzo 2018 quando Ivano Beggio, imprenditore, morì a Montebelluna all’età di 73
anni.
Il suo nome
e la sua figura si legano a filo doppio anche alla Moto Guzzi, acquisita nel
2000 da Aprilia, la casa motociclistica di cui Beggio fu per molti anni
presidente.
Un filo
diretto con la motocicletta, quello di Beggio, instaurato nel 1965, anno in cui
l’imprenditore nativo di Rio San Martino di Scorzè, in provincia di Venezia,
prese il comando della Aprilia, allora piccola fabbrica di biciclette e motorini
fondata dal padre Alberto, portandola in pochi anni a divenire la più grande
produttrice europea di “due ruote”, capace di vincere decine di titoli mondiali.
Una bella
favola interrotta nel 2004 quando, a seguito di una improvvisa crisi economica, Beggio -
non a caso definito “l’ultimo grande pioniere della motocicletta” - fu costretto
a cedere Aprilia al Gruppo Piaggio.
Appena prima
della sua morte Beggio aveva ultimato di scrivere la propria autobiografia con
l’aiuto di Claudio Pavanello, per lunghi anni responsabile stampa di Aprilia. Un
periodo di riflessione e nell’estate del 2020 Tina Beggio, consorte del grande
imprenditore, decise di completare l’opera affidando sempre a Pavanello il
compito di raccogliere le testimonianze di famosi piloti e tecnici che avevano avuto modo di collaborare con il compianto ingegnere.
Nel capitolo
dedicato al suo legame con la Casa dell’Aquila di Mandello Lario si legge:
“Avevo sempre amato la Moto Guzzi. Fin da bambino ero rapito dalle sue
creature, che giudicavo straordinarie e dotate di un’anima diversa da tutte le
altre moto”. “Come ben sapete - aggiungeva Beggio - non ci sono ragioni
razionali dietro un grande amore: per me Moto Guzzi era “la moto” e desideravo
essere il principe azzurro che l’avrebbe riportata ai grandi fasti del
passato”.
Purtroppo sopraggiunsero
una serie di circostanze avverse: su tutte, il crollo repentino del mercato mondiale
e i costi imprevisti del risanamento di Guzzi. Così in pochi mesi da azienda
ammirata in tutto il mondo la Aprilia entrò in una spirale senza uscita.
Seguirono
momenti drammatici per Ivano Beggio e a metà 2004 l’imprenditore cedette l’azienda
e si ritirò a vita privata.
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