(C.Bott.) 15 marzo 1921-15 marzo 2023, 102 anni
fa nasceva la “Società anonima Moto Guzzi”, costituita a Genova con
stabilimento produttivo a Mandello Lario. L’atto di fondazione venne firmato in
uno studio notarile in quartiere Carignano e determinante fu la decisione di
Emanuele Vittorio Parodi di finanziare l’impresa attraverso un prestito di
2.000 lire al figlio Giorgio, aviatore e imprenditore nato nel 1897 e morto nel
1955.
Pilota
aeronautico, eroe di guerra e cofondatore dell’Aeroclub di Genova, Parodi fu
una figura di riferimento nel panorama nazionale dell’aviazione. Partecipò da
volontario alla prima guerra mondiale a bordo degli idrovolanti della Regia
Marina e nel ‘35 partì per l’Africa orientale italiana. Tra le due guerre diede
impulso alle sue due grandi passioni: le motociclette e appunto il volo.
“Figlio
prediletto di Emanuele Vittorio - scrisse tempo fa Elena Bagnasco, nipote di
Giorgio Parodi - mio nonno aveva un carattere forte e carismatico, schivo da
ogni esibizionismo. Tenace realizzatore di opere, era generoso e altruista,
leale, colto e poliglotta, amante dell’arte e con una profonda fede. Fu
cittadino esemplare, coraggioso pilota e grande imprenditore, un uomo tutto
d’un pezzo, d’altri tempi”.
E
ancora: “Ebbe un profondo senso del dovere, amava la vita austera, non si
sottraeva a quanto andava fatto, incurante del rischio da affrontare. Disattendendo
le speranze paterne che lo volevano da subito a dirigere le attività della
famiglia, allo scoppio della prima guerra mondiale falsificò i documenti,
poiché ancora minorenne, e si arruolò a Venezia. Pur avendo l’istinto del cacciatore,
in linea con il suo carattere discreto e lontano dai riflettori, scelse il nome
di battaglia “Lattuga”, con cui ancora oggi viene ricordato”.
Fu
proprio durante la guerra, a Venezia, che gli presentarono Carlo Guzzi. Giorgio
riconobbe subito la genialità di Carlo nella meccanica e sempre in guerra
conobbe un altro pilota, Giovanni Ravelli. Da quell’amicizia nacque l’idea di
una motocicletta nuova. E innovativa.
Quindi
i primi passi verso la nascita della Guzzi. “La squadra prevedeva Carlo,
meccanico progettista, Giorgio che si sarebbe occupato della parte
imprenditoriale e Giovanni il collaudatore - ha scritto sempre la nipote di
Parodi - Purtroppo l’amico Giovanni morì in un incidente di volo poco prima
della presentazione del primo prototipo: la GP Guzzi-Parodi, esposta nel museo
di Mandello Lario. In ricordo dell’amico pilota, Giorgio scelse l’aquila ad ali
spiegate da apporre sui serbatoi, ancora oggi simbolo distintivo di tutti i
piloti militari e civili. Furono il carattere discreto e signorile, la sua
grande generosità e onestà intellettuale che lo portarono a decidere di non
chiamare GP le motociclette prodotte, lasciando a Guzzi l’onore del marchio”.
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