Con il rito dell’imposizione delle
Ceneri è iniziato oggi il cammino di Quaresima, tempo di conversione scandito dal
digiuno, dalla preghiera e dall’elemosina. Di seguito il messaggio che il vescovo
di Como, cardinale Oscar Cantoni, ha consegnato alla diocesi per accompagnare
l’itinerario di ognuno verso la Pasqua:
Papa Francesco nel suo messaggio per
l’inizio della Quaresima ci invita a essere costruttori di comunione e di
fraternità. Alla luce dell’esperienza evangelica della trasfigurazione del
Signore, attraverso cui i discepoli superano l’incomprensione manifestata nei
confronti di Gesù, proviamo a percorrere un cammino ascetico ben definito, di
settimana in settimana, senza rifugiarsi “in una religiosità fatta di eventi
straordinari per paura della realtà, con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze
e le sue contraddizioni”.
Prendendo spunto dall’immagine di un’escursione
in montagna, il Papa invita a un percorso di riflessione per “comprendere
meglio la volontà di Dio e la nostra missione al servizio del suo Regno”.
Si parte dalla primaria indicazione
di mettersi in ascolto di Gesù che ci parla attraverso la parola di Dio, ma
anche nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto. Si tratta
poi di vivere di fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere
alla risurrezione.
Il cammino ascetico che il Papa ci
propone dentro il tempo di Quaresima si concretizza nel diventare “artigiani della sinodalità”
all’interno della vita ordinaria delle nostre comunità. In sintonia, dunque,
con le indicazioni del nostro libro post sinodale Testimoni di misericordia
cerchiamo di imparare a camminare insieme.
Il rischio comune è quello di
parlare di sinodalità come una moda, per poi continuare come prima. Certo, la
fatica di diventare una Chiesa sinodale esige un cambiamento di mentalità, ma
soltanto percorrendo la strada insieme scopriamo la nostra complementarità e
anche la necessità di imparare gli uni dagli altri.
A prima vista si potrebbe essere
tentati di pensare che vivendo la sinodalità si produca una riduzione del
proprio ruolo, del proprio carisma, del proprio dono. Sintonizzandoci insieme,
comprendiamo piuttosto che la complementarità non toglie nulla, ma arricchisce.
Occorre quindi, proprio come
esercizio quaresimale, superare le paure e le diffidenze reciproche attraverso
un ascolto che valorizza i laici nelle loro competenze, nei loro doni umani e
spirituali per la vita delle nostre parrocchie in un dialogo sereno e coinvolgente
tra laici e sacerdoti.
Impariamo, proprio in questo tempo
quaresimale, a costruire legami e relazioni con tutti, anche con persone che
non avremmo immaginato fossero disponibili al colloquio, senza parlarci addosso
o parlare sempre e solo di noi, della gestione della nostra realtà.
Molte persone, anche fuori dal
nostro ambiente ecclesiale, hanno tanto da insegnarci e il loro ascolto ci fa
uscire dalla presunzione di essere soltanto maestri che insegnano e non
fratelli e sorelle desiderosi di ampliare gli orizzonti e di imparare sempre e
di nuovo. Il nostro desiderio, umile e costante, sia sempre quello di trovare
le strade più opportune per servire meglio la Chiesa.
In unità di spirito proseguiamo
insieme il cammino con il Signore Gesù, crocifisso e risorto, “gloria del suo
popolo e luce delle genti”.
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