“Il Partito democratico e la nostra lista hanno tentato più volte di interessarsi
e di affrontare la questione sollevando il problema nelle sedi competenti,
purtroppo inascoltati”
Da Andrea Nogara, capogruppo di “Progetto comune” in consiglio comunale a
Bellano e segretario del Circolo di Bellano-Dervio del Partito democratico, riceviamo
e pubblichiamo:
E’ stato parzialmente aperto l’ospedale di comunità
all’“Umberto I” di Bellano, struttura dotata attualmente di soli 5 posti letto
sui 20 attivabili, senza personale adeguato e che ha comportato il
trasferimento di 14 posti letto del reparto riabilitativo, eccellenza di
Bellano, all’ospedale “Mandic” di Merate, affidandone la gestione a una
cooperativa sociale.
E’ soltanto l’ultimo atto di una sistematica e
duratura dismissione dell’ospedale bellanese sia per quanto riguarda i reparti
di degenza sia per i poliambulatori specialistici.
Il Partito democratico e la lista “Progetto comune”
hanno tentato più volte di interessarsi e di affrontare la questione sollevando
il problema nelle sedi competenti, purtroppo inascoltati.
La dialisi ha ridotto l’operatività a un solo turno
giornaliero, il centro prelievi apre dalle ore 8 alle 10, costringendo tanti
utenti ad attendere all’esterno del nosocomio, numerose prestazioni
specialistiche hanno traslocato o sono state fortemente ridotte nel corso degli
anni: dal diabetologo all’oculista e al dentista.
L’unico presidio del Lago che doveva essere, secondo
le promesse da anni millantate, l’eccellenza al servizio del territorio è oggi
una struttura svuotata di reparti e servizi, sottosviluppata e depotenziata.
Dopo i notevoli investimenti pubblici spesi per la
riconversione e ristrutturazione, l’“Umberto I” è diventato sede anche del CRA,
struttura residenziale per malati psichiatrici che non dovrebbe, per
definizione, trovare collocazione in una struttura ospedaliera e che è
approdato a Bellano come soluzione temporanea ormai 8 anni fa e, nel silenzio
generale, è qui rimasta.
L’ospedale di comunità sembrava un’opportunità di
rilancio della struttura bellanese ma nei fatti è stata ancora una volta
l’occasione per chiusure e trasferimenti da parte di Regione Lombardia, organo
competente in materia di programmazione socio sanitaria.
L’operazione si inserisce nel modello sanitario
regionale convintamente intrapreso e sviluppato da ormai 28 anni dal Pirellone,
che ha nel suo fondamento l’affidamento al Privato a discapito di investimento
sull’offerta pubblica, i cui limiti sono pericolosamente emersi a tutti in
occasione della pandemia da Covid-19.
La maggior parte delle risorse finanziare regionali
vengono destinate alla sanità e di queste una consistete quota del bilancio è
erogata a favore del settore privato. Questa tendenza va cambiata, i fondi
devono tornare a essere spesi nelle strutture pubbliche garantendo a tutti i
cittadini l’accesso alle cure e alle prestazioni sanitarie.
La nostra lotta sarà sempre per una difesa della
sanità pubblica e universale, aperta e fruibile da ciascuno, prevedendo
investimenti e assunzioni per un rilancio e una ricostruzione di un servizio
sanitario pubblico in grado di assicurare il diritto alla salute dei cittadini
sancito dalla Costituzione italiana.
Troppe persone sono ad oggi, in Lombardia, costrette a
dover scegliere se attendere mesi per poter godere di un servizio pubblico o
convenzionato o pagare per ottenere la medesima prestazione in regime privatistico,
in tempi brevi. Un’opportunità che per molti non è economicamente sostenibile e
profondamente ingiusta.
Il 12 e il 13 febbraio, alle elezioni regionali,
abbiamo tutti la possibilità di intervenire per cambiare finalmente questo
modello regionale, per tornare a investire sui territori e sulla sanità
territoriale in maniera seria e attenta alle peculiarità di ogni paese e, per
Bellano, ad attuare finalmente un rilancio e un pieno sviluppo dell’“Umberto I”,
degno della sua storia e di quello che ha rappresentato e rappresenta per la
sponda orientale del Lario.
Nessun commento:
Posta un commento