27 gennaio 2023

Pietro Radaelli in presidio all’ospedale di Bellano: “La Regione Lombardia non investe nella sanità”

 
Pietro Radaelli, candidato al consiglio regionale per il Partito democratico, in presidio ieri davanti all’ospedale “Umberto I” di Bellano. Perché questa scelta? A rispondere è lo stesso candidato: “Perché la Regione Lombardia, sorda alle esigenze dei cittadini del Lago, continua a decidere di non investire. Il rischio concreto? La chiusura definitiva del presidio”.

Radaelli si è confrontato con gli utenti della struttura. Dal dialogo è emersa una preoccupante situazione: il presidio ospedaliero è di fatto abbandonato a se stesso e totalmente depotenziato.
“Questa situazione - si legge in una nota della segreteria provinciale dei Giovani democratici - causa problemi a un vasto bacino d’utenza, che comprende i comuni dell’Alto lago e della Valsassina. In questa zona il problema del servizio sanitario è concreto e, oltre all’ospedale a rischio chiusura, vi è anche una forte mancanza di medici di base, in particolare in Valvarrone”.
“Non dimentichiamo - aggiungono i Giovani democratici - che in provincia di Lecco esiste anche un altro presidio ospedaliero alle cui grida di aiuto la Regione sembra essere sorda: il “San Leopoldo Mandic” di Merate. Qui la carenza di personale, specie al Pronto soccorso, obbliga l’azienda ospedaliera a chiedere dipendenti a società esterne, con forti costi aggiuntivi considerato che tali medici e infermieri “a gettone” hanno un costo maggiore rispetto a quelli salariati direttamente  all’ospedale”.
“Non stupiscono le condizioni di questi presìdi ospedalieri - dichiara dal canto suo Pietro Radaelli - Non investire nella sanità pubblica è stata una precisa scelta politica della Regione per decenni.  La pandemia ha evidenziato le crepe già evidenti nel sistema sanitario lombardo. Il nostro territorio conta un numero elevatissimo di morti per Covid. Non potendo rivolgersi ai medici di base, troppo spesso la cittadinanza si reca per questioni di routine in Pronto soccorso. I consultori familiari e le guardie mediche sono stati ridotti drasticamente per numero e personale. A chi dunque possono rivolgersi i nostri genitori, i nostri nonni malati nel fine settimana?”.

 
“E cosa dico - aggiunge il candidato del Pd - alle mie amiche che necessitano dell’assistenza ginecologica che un tempo fornivano i consultori? Mandiamo le ragazze di vent’anni dai medici privati a 100 euro a visita? E’ allora necessario un progetto a lungo termine che miri a risolvere i problemi strutturali della sanità pubblica in Lombardia”.

In queste ultime settimane di campagna elettorale Pietro Radaelli prenderà parte alla tavola rotonda con i rappresentanti delle professioni sanitarie del territorio, tra i quali Giuditta Pacchiarini, presidente del Comitato Mandic, insieme al candidato presidente Pierfrancesco Majorino martedì 31 gennaio alle ore 16 presso la sala civica in viale Lombardia a Merate.

Nessun commento:

Posta un commento