La significativa
esperienza vissuta da quattro studentesse mandellesi e dalla loro classe del “Bertacchi”
a Cracovia e ad Auschwitz
(C.Bott.) Il 27 gennaio di ogni anno si celebra
il “Giorno della memoria”, ricorrenza istituita nel 2005 dall’assemblea
generale delle Nazioni Unite. La data scelta ha un significato particolare:
nel 1945, appunto il 27 gennaio, le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo
di concentramento di Auschwitz.
Anche
Mandello Lario si impegna a non dimenticare. Lo farà con un film che verrà
proiettato domani sera alle 21 al cineteatro “Fabrizio De André”. “Jona che visse
nella balena” il titolo della pellicola, “firmata” nel 1993 da Roberto Faenza.
Il
film narra una storia familiare sullo sfondo della seconda guerra mondiale. Uno
scienziato ebreo ricorda la sua infanzia con i genitori in un campo di
concentramento. La psicologia del bambino protagonista e degli altri personaggi
emerge in maniera credibile dalla sceneggiatura e dalle interpretazioni.
Molto
bella, in particolare, la sequenza in cui il bambino vede morire il padre in
infermeria. Corre a cercare la madre con le scarpe del genitore ma sbaglia più
volte la strada. Poi gioca con le scarpe e si dimentica di avvertirla. Il padre
è interpretato da Jean-Hugues Anglade.
La
visione del film, a ingresso gratuito, è indicata anche agli alunni degli
ultimi anni della scuola primaria. L’invito ad assistervi è stato rivolto alla
cittadinanza tramite una locandina, distribuita negli esercizi commerciali di
Mandello, che oltre alla data della proiezione riporta un disegno e una poesia
dei bambini di Terezín, il più grande campo di stermino della Repubblica Ceca
divenuto tra il 1941 e il 1945 il ghetto dell’infanzia, una tra le più mostruose
invenzioni del nazismo e una incancellabile vergogna della storia.
“Quindicimila
bambini tra i 7 e i 13 anni - spiega Doriana Pachera, assessore comunale all’Istruzione
- furono strappati dalle loro case e alle loro famiglie e costretti a vivere in
un mondo terribile e brutale. Da Terezín, poi, a scaglioni quei ragazzi vennero
deportati a Auschwitz e lì uccisi e le loro ceneri disperse. Soltanto 100 di
loro scamparono alla morte”.
“Nel
ghetto di Terezín - aggiunge - alcuni riuscirono a difendere la dignità di
essere umano andando oltre la certezza della morte e dell’annientamento e, pur in
una condizione disperata, a organizzare i bambini, a farli lavorare, a
infondere loro coraggio e a sostenerli fino alla fine. E’ proprio grazie a loro
che noi oggi possediamo poesie, testi e disegni che sono stati raccolti nel
libro I bambini di Terezín di Mario
De Micheli”.
C’è
poi da segnalare una significativa esperienza. E’ quella vissuta da quattro
studentesse di Mandello Lario che frequentano a Lecco l’Istituto Bertacchi. Si
tratta di Alice Falvo, Nicoletta Swami, Francesca Riva e Chiara Sandionigi.
Grazie all’insegnante Caterina Bonaiti la loro quinta, insieme a un’altra
classe, ha partecipato al concorso indetto dal ministero dell’Istruzione e del
merito “I giovani ricordano la Shoah”.
Le
classi vincitrici hanno partecipato a un viaggio a Cracovia e ad Auschwitz accompagnate
dal ministro Giuseppe Valditara, dalla presidente dell’Unione delle comunità
ebraiche italiane, Noemi Di Segni, e da Tatiana Bucci, sopravvissuta con la
sorella Andra alla Shoah.
Va
aggiunto che in occasione del “Giorno della memoria” l’assessorato comunale all’Istruzione
aveva suggerito alle insegnanti della scuola secondaria di primo grado e degli
ultimi anni della primaria di Mandello di proporre la visione di Venti minuti di Daniele Esposito, vincitore
del Globo d’oro 2022 per il miglior cortometraggio.
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