“Mi dispiacerebbe
lasciare la mia carica attuale, ma il lavoro che stiamo portando avanti non ha
il mio nome ma quello del “Paese di tutti”. Troveremo dunque una valida
alternativa”
Riccardo Fasoli accanto a Letizia Moratti in occasione della visita alla "Icma" di Mandello Lario della candidata alla presidenza della Regione lo scorso 14 dicembre. |
(C.Bott.) In queste ore viene ufficializzata la
sua candidatura alla carica di consigliere regionale. Riccardo Fasoli, 37 anni,
dal 2015 sindaco di Mandello Lario, “correrà” nella lista dell’ex ministro ed
ex assessore regionale Letizia Moratti, già sindaco di Milano, che il 12 e 13
febbraio sfiderà Attilio Fontana e Pierfrancesco Majorino per la presidenza
della Lombardia.
Sindaco Fasoli,
quali le ragioni che l’hanno indotta a candidarsi? E perché nello schieramento
che si riconosce nel Terzo polo scaturito dall’intesa tra “Azione” di Carlo
Calenda e “Italia Viva” di Matteo Renzi?
“Innanzitutto
tengo a precisare che non sarò candidato nella lista del Terzo polo ma nella
lista civica autonoma di Letizia Moratti. Lista civica, eterogenea, ma principalmente
formata da moderati del centrodestra che non si riconoscono o che, come me, non
si sono mai riconosciuti nel modo odierno di agire dei partiti. Un po’ quello
che è il “Paese di tutti”. Per coerenza non avrò mai tessere finché sarò sindaco
di questa lista e parte del suo progetto, che condivido da ormai 15 anni. La richiesta,
arrivata da Milano, mi ha fatto molto piacere e ho colto l’occasione di
accoglierla in quanto avrei la possibilità di dire la mia su temi che toccano
tutti noi da vicino e in particolare gli amministratori locali”.
Qual è la sua
idea di Regione? E cosa vorrebbe cambiasse al Pirellone dopo il voto del
prossimo febbraio?
“La
mia idea di Regione è quella di un ente che sia al servizio del cittadino in maniera
tempestiva, pragmatica e operativa. Non tutto è da cambiare, ma sicuramente da
migliorare. In un mondo sempre più fatto di emergenze e imprevisti, servirebbe
una maggiore capacità di programmazione e di visione delle esigenze dei
territori nel lungo periodo. Di grande importanza, secondo la mia visione, deve
essere il recupero delle relazioni con l’amministrazione centrale, cercando di
essere propositivi, costruttivi e innovatori nel rapporto Stato-Regione”.
A suo giudizio, in
cosa ha difettato maggiormente la Lombardia in questi anni di presidenza di
Attilio Fontana? Ha fatto ad esempio discutere la politica attuata per quanto
riguarda la sanità…
“Su
molti temi è mancata la capacità di governare i settori di competenza. Il
rapporto sanità pubblica-privata è sacrosanto e necessario ma va, appunto,
governato. Il privato in questo caso deve rimanere sussidiario al pubblico, non
metterlo in difficoltà in termini di servizi e di personale. Va altresì fatta
una grande riflessione dettata dai numeri: una popolazione che invecchia ha
bisogno di maggiori servizi vicino a casa che, in territori come il nostro,
sarebbero utili anche al fine di evitare lo spopolamento. I servizi devono però
essere fatti di medici e personale, non soltanto di spazi fisici che poi,
troppo spesso, restano vuoti. Stesso discorso per il turismo: dove c’è
vocazione turistica vanno facilitati gli interventi turistici imprenditoriali,
che creano posti di lavoro. B&b, case vacanze, eccetera sono sicuramente
una risorsa importante, ma non deve essere dimenticato il rapporto con gli
alberghi: questi ultimi, al momento, soffrono una situazione di concorrenza
sleale”.
In caso di sua
elezione a consigliere regionale dovrà lasciare per incompatibilità la carica
di sindaco di Mandello Lario. Quanto le peserebbe quella rinuncia? E quale
sarà, a quel punto, l’iter che dovrà essere seguito a livello comunale?
“Candidarsi
è un conto, essere eletti è un altro. Si parte con l’idea di poter dare il
proprio contributo al dibattito politico. Se i cittadini della provincia di Lecco
riterranno che io possa dare un contributo positivo e costruttivo alla causa
regionale, ne sarò felice. Mi dispiacerebbe molto per la mia carica attuale, ma
il lavoro che stiamo portando avanti non ha il mio nome, ma quello del “Paese
di tutti”. Troveremo una valida alternativa. Nella remota ipotesi di elezione
potrebbe sostituirmi temporaneamente il vicesindaco, per poi andare al voto al
primo turno utile”.
Un’ultima
domanda: cosa sente di dover dire ai mandellesi alla vigilia delle elezioni
regionali e quale il suo appello in vista del voto?
“L’appello
che faccio è sempre lo stesso: dare un voto informato. La differenza la fanno
sempre le persone, con le loro capacità e il loro modo di lavorare. La Regione
è molto operativa e il suo operato ha diversi diretti risvolti per il
cittadino. Servono competenze, prima che bandiere. Alternative anche per i disillusi
dalla politica credo che ce ne siano, quindi l’invito è di andare a votare. Se
sarò ritenuto all’altezza, io ci sarò”.
Promoveatur ut amoveatur.
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