di Claudio Redaelli
“Cara
Germana, è passato poco più di un anno dal nostro incontro e sono rimaste nel
nostro cuore le tue parole quando ti dicevi entusiasta di noi, “Cerchio
aperto”, in cui percepivi una sorta di “divina grazia trasformante e insperata”
che ti avvicinava per la prima volta a un mondo nuovo e sconosciuto, quello dei
giovani redattori pieni di desiderio di confrontarsi in un proficuo scambio di
pensieri, in una condivisione piena del tutto. Ti siamo grati per la tua
umanità, presenza e fiducia, perché abbiamo sentito che credevi in noi e nel
nostro bisogno di relazione”.
Si
apre con un toccante ricordo di Germana Marini, poetessa e volto amato
del panorama culturale lecchese scomparsa lo scorso mese di ottobre, il nuovo
numero del Cerchio aperto, il
periodico del Centro diurno di Lecco questa volta dedicato al tempo,
“invisibile, non palpabile ma concreto, che scandisce ogni giorno e ogni ora”. Può
anche essere “crudele”, di certo scorre veloce e non lo si riesce a fermare.
“Non c’è nulla da fare - scrive Nadia nelle prime pagine della rivista - lui
passa imperterrito e non ascolta le mie invocazioni”.
Passa
veloce come un fulmine e ci si rende conto che tutto ciò che si è perso non lo
si recupererà mai più.
Poi
c’è il dolore. Il dolore come quello provato da Rosy, che ha perso la figlia di
19 anni in un incidente stradale. “Avevamo tanto tempo da vivere insieme, io e
mia figlia - scrive - avevamo un buon rapporto, vivevamo in perfetta sintonia.
A lei piaceva tanto fare i dolci, in particolare la torta di mele che preparava
per la sua famiglia, per i compleanni dei nipotini. Amava molto viaggiare e il
mare della sua Calabria, insieme andavamo nei centri commerciali a fare
shopping, a scegliere i vestiti… “Bea” amava i bambini ed essendo una persona
così solare le faceva piacere giocare con loro”.
Altre pagine e torna la riflessione sul tempo. “Tutti mi dicono che guarisce le
ferite sia fisiche sia morali - afferma - ma il tempo trascorre e io non vedo
ancora miglioramenti. Spero di raggiungere un giorno uno spiraglio di
tranquillità e serenità e di avere un po’ di tempo per me stessa, come una
volta”.
Poi
c’è Paola che scrive una “lettera dal futuro” e c’è Luigi, che racconta di
quando si è innamorato per la prima volta, all’età di 22 anni. E, a proposito
del tempo, una serie di citazioni. Tra le tante, una della scrittrice Alda
Merini: “Il passato e il futuro non sono realtà ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo e vivere il presente, giacché non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante”. E una di Albert Einstein: “Ogni minuto che
passi arrabbiato perdi sessanta secondi di felicità”.
Ma
non è ancora tutto. Nelle pagine del nuovo numero del Cerchio aperto c’è il tempo alla corte di Teodolinda. E quello tra
Seneca e Agostino. E c’è l’intervista all’Accademia della follia, fondata da
Claudio Misculin trent’anni fa.
Quindi un altro ricordo di “Bea” e a lei un immenso grazie per aver fatto parte
dell’esistenza di tanti. E un elenco di tredici film visti e consigliati dalla
redazione del periodico del Centro diurno. Tredici pellicole con un unico filo
conduttore: il tempo, naturalmente.
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