Nella lettera
indirizzata agli amici in occasione del fine anno il missionario scrive: “Come
credenti sappiamo che la sofferenza entrata nella vita ci redime se sopportata
come ha fatto Gesù”
Hong
Kong, dicembre 2022
“Signore,
non respingermi nel tempo della vecchiaia, non abbandonarmi quando declinano le
mie forze” (Salmo 71,9)
Carissimi
amici, il mese di maggio scorso ho celebrato il mio 94.mo compleanno. Mi è
facile pensare quindi che questa potrebbe essere l’ultima lettera che vi mando.
Da
pochi mesi ho lasciato la sede dei Missionari del Pime in Clear Water Bay, dove
vivevo da anni, e mi sono trasferito in una casa di riposo gestita dalle Suore
dei poveri, una congregazione di religiose dedita all’assistenza degli anziani,
specialmente i più bisognosi. Con me ci sono altri preti e alcune religiose, il
resto sono tutte persone su di età assistite con amore dalle suore, dal
personale e dai volontari. Potremmo definire questo luogo “Dove l’amore è di
casa”.
Tutti
i giorni sono testimone di atti di carità spicciola: suore che pur visibilmente
avanti negli anni continuano nel loro compito di dispensare giornalmente il
cibo agli ospiti, ospiti che fanno del loro meglio per preparare la tavola o
sparecchiare la sala da pranzo. Penso a una signora che con pazienza tiene per
mano un prete colpito da Alzheimer e lo accompagna dove lui da solo non
saprebbe andare (cappella, bagno, sala da pranzo).
In
un certo senso sono ri-diventato bambino. Causa la debolezza delle gambe in
casa mi sposto con il girello, quando esco uso il bastone e devo essere
accompagnato. In casa occorre seguire gli orari per fare certe cose assieme. Un
po’ tutto non è più come prima. Mi accorgo come la vecchiaia sia il tempo del
declino delle forze, il tempo nel quale ci si sente sempre più deboli. Ricordo
che da piccolo sentivo alcuni dire: “Come è brutto diventare vecchi!”. Da un certo
punto di vista ciò è vero: ci si stanca più presto, la vista e l’udito non sono
come prima, gli sfinteri non tengono più e a volte succedono disastri. Come
credenti sappiamo che la sofferenza entrata nella vita ci redime se sopportata
come ha fatto Gesù.
Ecco
allora che cosa cerchiamo di fare: sopportare gli acciacchi della vecchiaia
senza brontolare, subire il declino delle forze senza accusare nessuno… In
tutto, restare aperti agli altri e ai loro problemi senza ripiegarsi su se
stessi. Come fece Gesù con le donne incontrate durante la passione, saper consolare.
Come lui con Simone, accettare di esse aiutati. Come lui con la Veronica, saper
ringraziare. Come lui, saper perdonare.
Sono
due le cose che riassumono l’atteggiamento che mi sforzo di tenere nella
vecchiaia: pentimento e ringraziamento. Pentimento per tutti gli errori e colpe
del passato, ringraziamento per tutti i doni (e sono tanti!) che ho ricevuto.
Sono
in una casa di riposo in attesa dell’incontro con Dio, ma non mi sento missionario
in pensione. Ho tempo di pregare perché Gesù sia conosciuto in tutto il mondo,
di leggere libri e riviste che mi tengono allargato l’orizzonte, di accogliere amici
che mi tengono vivo l’amore per la Chiesa di Hong Kong.
Ora
che l’orrore della guerra si fa sentire vicino, in Europa, aumentiamo l’impegno
di essere operatori di pace non soltanto con la preghiera ma anche partecipando
a gesti pubblici a favore della pace. La pace ha inizio in noi stessi,
cerchiamo quindi di essere strumenti di pace in casa, al lavoro, nella scuola,
in società.
“Rivestitevi,
come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di
umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi e perdonandovi a vicenda, se qualcuno abbia
di che lamentarsi nei riguardi degli altri” (Paolo apostolo ai cristiani
di Colossi, 3,12-13)
Padre Mario Marazzi - Pime
Con la prossima dichiarazione dei redditi vi
consiglio di destinare il 5 per mille dei contributi fiscali ai missionari del
Pime attraverso la “Fondazione PIME Onlus”, indicando anche il codice fiscale 97486040153. Per fare ciò dovete
apporre la firma nello spazio riservato al “volontariato, organizzazioni non
lucrative di utilità sociale, associazioni…”. Grazie.
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