02 novembre 2022

Mandello Lario, l’addio a Francesca Ferrario. “Ciao Franca, siamo certe che continuerai a salire”

Le ex colleghe insegnanti: “Sempre, quando ci si incontrava, era come se ci fossimo viste il giorno prima, per l’autenticità con cui si riprendevano tanti discorsi. E abbiamo visto la serenità che ti veniva da nuove amicizie”

Francesca (Franca) Ferrario


Mandello Lario ha tributato oggi l’estremo saluto a Francesca Ferrario, per tutti Franca, originaria di Bellagio, dai primi anni Settanta a fine anni Ottanta insegnante elementare dapprima a Olcio poi alla primaria “Sandro Pertini” e molto presente anche nel volontariato.

A nome delle colleghe, nella chiesa parrocchiale del “Sacro Cuore” una ex insegnante ha letto questo ricordo:

Cara Franca, le tue ex colleghe non possono lasciarti andar via senza condividere con tutti i presenti il ricordo positivo che hai lasciato in loro. Io ho soltanto il compito di leggere pensieri condivisi tra noi in questi giorni.

Sono lontani gli anni in cui eravamo insieme a scuola, ma ci è presente ancora la tua capacità di saper vedere e apprezzare i punti di forza di ciascuna di noi, così come quelli di debolezza, che sapevi però interpretare con saggia, intelligente, bonaria ironia: un modo per accettare il limite che è in ognuno di noi.

Accanto all’esperienza professionale, abbiamo condiviso le gioie personali, prima fra tutte la nascita di tuo figlio. In tanti abbiamo potuto godere della tua ospitalità nella casa che tanto hai amato, in cui accoglievi gli amici e gli amici degli amici.

Quando hai lasciato la scuola, le occasioni per stare insieme per diverse fra noi si sono fatte più rare, ma sempre, quando ci si incontrava, era come se ci fossimo viste il giorno prima, per l’autenticità con cui si riprendevano tanti discorsi. Così abbiamo potuto apprezzarti per il tuo impegno nel volontariato in ospedale, nella Pro loco, nel Soccorso degli alpini, nell’Università per gli anziani e in altri contesti, per il tuo interesse per la cultura, che manifestavi anche nel desiderio di poter realizzare un progetto per il restauro della via Crucis della Madonna del Fiume.

Abbiamo partecipato alle soddisfazioni che ti venivano da tuo figlio Lorenzo, pur se velate dal fatto di non averlo vicino, una scelta che hai sempre rispettato.

Abbiamo visto la serenità che ti veniva da nuove amicizie. Ci hai rese partecipi di confidenze, di momenti di sconforto per le sofferenze che la vita purtroppo ti ha riservato, anche nella forma della malattia. Abbiamo raccolto anche la tua rabbia, comprensibile, ma sempre espressa con grande equilibrio, con la dignità di chi vuole comunque continuare a guardare avanti.

In questi ultimi anni, chi fra noi ti è stata vicina ha apprezzato il tuo sforzo per fare una vita il più possibile normale, senza farsi abbattere più di tanto dalla malattia, anche quando, nonostante i tanti amici, la solitudine mordeva.

Ci piace farci accompagnare dalle parole del poeta Langston Hughes per dire quella che, a nostro parere, può essere la sintesi della tua vita:

Figlio, ti dirò che la mia vita
non è stata una scala di cristallo
ma una scala di legno tarlato
con dentro i chiodi e piena di schegge
e gradini smossi sconnessi

e luoghi squallidi
senza tappeti in terra.
Ma ho sempre continuato a salire,
ed ho raggiunto le porte
ed ho voltato gli angoli di strade,
e qualche volta mi sono trovata nel buio,
buio nero, dove mai è stata luce.
Così ti dico, ragazzo mio,
di non tornare indietro,
di non soffermarti sulla scala
perché penoso è il cammino,
di non cedere, ora.
Vedi, io continuo a salire...

(Langston Hughes)

Ciao Franca, siamo certe che continuerai a salire.

Le tue colleghe

Nessun commento:

Posta un commento