Il gruppo
consiliare di minoranza scrive: “Per entrare è tuttora necessario suonare, annunciarsi
e confermare di avere un appuntamento. La percezione è quella di strutture
arroccate in se stesse, timorose di contagi, poco propense all’accoglienza”
“Negli
ultimi anni, causa l’emergenza sanitaria da Covid-19, abbiamo assistito nei
luoghi dove si svolgono le varie attività economiche e sociali all’adozione di misure
finalizzate a contenere e limitare la diffusione del virus (green pass,
mascherine, distanze minime, limiti agli accessi o alle capienze degli spazi
interni, norme igieniche, sospensione di servizi). Il Comune di Mandello Lario,
nell’adempiere alle norme che nel tempo hanno regolamentato l’accesso ai luoghi
pubblici, aveva mantenuto chiuse le porte degli edifici pubblici, limitando
l’accesso ai servizi comunali a chi ne aveva effettivamente necessità mediante
l’obbligo di un appuntamento con le varie strutture. Dopo essersi annunciati,
all’ingresso delle strutture veniva eseguito un controllo automatizzato con
l’ausilio di un totem che verificava il green pass e la temperatura della
persona, provvedendo inoltre a una sua sanificazione”.
Inizia
così l’interrogazione che “Casa Comune per Mandello democratica” ha presentato
al sindaco e che verrà discussa nella prossima seduta di consiglio comunale, mercoledì
16 novembre.
"Ufficialmente
dal 1° aprile 2022, dopo due anni, l’Italia diceva addio allo stato di
emergenza Covid - così si legge nel testo predisposto dal gruppo consiliare di
minoranza - Il Governo, con decreto, aveva previsto un percorso graduale per tornare
all’ordinaria normalità tramite un graduale allentamento di misure e regole. In
particolare appunto dal 1° aprile non era più necessario presentare il green pass per
accedere agli uffici pubblici, facendo venir meno la necessità di presidiare
l’accesso dei privati ai vari edifici comunali".
“Nel
seguito - continua l’interrogazione - si è assistito a un progressivo ritorno
alla normalità del vivere quotidiano in tutti i settori. Nonostante questo
indirizzo generale, l’Amministrazione ha mantenuto chiuse le porte del municipio
e degli altri edifici presso i quali avviene l’erogazione di servizi. Per
entrare è necessario tuttora suonare, annunciarsi e confermare di avere un
appuntamento. La percezione per il cittadino è quella di strutture arroccate in
se stesse, timorose di contagi, poco propense all’accoglienza e lontane da uno
spirito di pubblico servizio”.
Poi
le domande al primo cittadino: “Siccome riteniamo che non sia così e che questa
sensazione presso i cittadini sia deleteria e assolutamente da evitare,
interroghiamo il sindaco chiedendo se esistono specifiche norme sanitarie che
ad oggi non permettono di aprire il Comune al pubblico accesso, se questa sia
invece una prassi adottata per regolamentare gli accessi e se, diversamente, vi
sia una previsione per un ritorno completo alla prassi precedente”.
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