(C.Bott.) Ieri, 11 novembre, era San Martino di Tours.
Nato da genitori pagani in Pannonia (l’attuale Ungheria) intorno al 316, fuggì di
casa a soli 10 anni, incontrò una famiglia di cristiani e fu affascinato dal
loro modo di vivere. Tornato a casa, fu però costretto a diventare un soldato,
eppure continuò a dare testimonianza del suo nuovo stile di vita: rispettoso
verso tutti, trattò il suo inserviente come un fratello.
Una
volta congedato si recò a Poitiers presso il vescovo Ilario, che lo ordinò
diacono e presbitero. Scelse la vita monastica e diede vita al più antico
monastero conosciuto in Europa, a Ligugé. Nel 371 i cristiani di Tours lo
acclamarono come loro vescovo. E da
allora Martino si dedicò all’evangelizzazione delle campagne.
Per
Lierna la ricorrenza liturgica di San Martino coincide per tradizione con la
festa che si celebra presso la piccola chiesa di epoca romanica che si trova percorrendo
la strada che scende da Casate e arriva a Grumo.
Costruita
nel 1868, custodisce all’interno un altare costruito con marmi policromi e una
antica pala affrescata raffigurante la Vergine Maria con san Martino e
sant’Ambrogio. Appena sopra, in un affresco ottocentesco, il Transito di san
Giuseppe.
Lì,
si è detto, ogni anno l’11 novembre coincide con una serata di preghiera, di
riflessioni e di festa. E ieri, nella chiesa addobbata per l’occasione con
gusto e raffinatezza dai frazionisti e negli spazi esterni all’edificio
religioso, la tradizione si è rinnovata con la recita del rosario, la messa, il ricordo della vita e della
figura del santo e con una serie di momenti gioiosi, che hanno
mobilitato anche gli alpini del gruppo di Lierna.
L'incanto dei canestri, torte, caldarroste, vin brulé e altre bevande hanno riscaldato la serata. E regalato
apprezzati momenti di condivisione.
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