(C.Bott.) Il giorno del suo ingresso a Moltrasio,
il 10 ottobre 2015, le prime parole di don Massimo Rossi si erano rifatte al
Vangelo. “Il cristiano
non deve fare grandi cose - aveva detto - per guadagnare il Regno dei cieli. Il
suo essere cristiano si rivela invece nella normalità e nel vivere la
quotidianità”.
Significativi
i vari passaggi della presa di possesso della parrocchia di San Martino,
seguiti attentamente da tutta la comunità moltrasina, presenti le autorità
pubbliche (a partire dal sindaco, Maria Carmela Ioculano, la quale aveva
concluso il suo indirizzo di saluto con un significativo “Faremo tante cose
insieme”) e i rappresentanti delle associazioni locali.
A
seguire, il momento più toccante, rappresentato dal saluto dei parrocchiani sul
sagrato della chiesa. Idealmente per ognuno di loro don Massimo aveva avuto
parole di ringraziamento per la festosa accoglienza.
“Se
piangono, vuol dire che è un prete buono”, avevano commentato i moltrasini di
fronte alla commozione che aveva accompagnato la trasferta sull’altro ramo del
Lario dei parrocchiani di Somana, ai quali restava la consapevolezza di aver
perduto una guida preziosa ma anche la soddisfazione nel vedere una comunità
tanto gioiosa nel ricevere il dono di un nuovo parroco.
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