Al docufilm che
celebra il secolo di vita della Moto Guzzi assegnati il premio del pubblico e
una menzione speciale
L'équipe della "Alboran" che ha prodotto il docufilm con Simonetta Carizzoni, presidente dell'Archivio comunale della memoria locale di Mandello Lario. |
(C.Bott.) Dopo essere stato presentato in varie
città d’Italia, lo scorso settembre era stato proiettato a Mandello Lario nei
giorni del motoraduno internazionale e delle Giornate mondiali Guzzi che
avevano richiamato in paese decine di migliaia di appassionati di motociclismo.
Ora Il coraggio di andare oltre si
appresta a varcare i confini nazionali per approdare a Lione, in Francia, ma
intanto per il docufilm che celebra la Casa dell’Aquila e
ripercorre un secolo di storia gloriosa nel campo delle due ruote arrivano
prestigiosi quanto significativi riconoscimenti.
Al “Mototematica Motorcycle Film
festival 2022” che si è tenuto nel fine settimana alla Casa del cinema di Roma, nel cuore di
Villa Borghese, Il coraggio di andare
oltre ha ottenuto il premio del pubblico e una menzione speciale.
Il docufilm è il racconto di come
genio, creatività e passione possano fare la storia e dar vita a un successo
condiviso. Come dire, la vita di Carlo Guzzi, Giorgio Parodi e Giovanni
Ravelli, tre amici, tre commilitoni negli anni della prima guerra mondiale che
sognavano di costruire una motocicletta innovativa.
Una
storia tra emozione e ricordi ripensando a personaggi che hanno legato il proprio
nome alla Guzzi e agli oltre trentamila dipendenti che nell’arco di un secolo a
quell’idea geniale hanno dato anima e corpo.
Il coraggio di
andare oltre
si deve a un’idea di Massimo Zavaglia e Bruno Nava, collezionisti di
motociclette Guzzi. Prodotto dalla “Alboran” per la regìa di Maurizio Pavone, è
stato scritto da Laura Motta con la fotografia di Valerio Lamberti.
Il
docufilm racconta la nascita del mito della Guzzi attraverso le vicende di quei
tre amici che all’inizio degli anni Venti crearono una vera e propria start-up,
precorrendo con il loro sogno l’idea di costruire una motocicletta di media cilindrata
in grado di garantire ai centauri affidabilità, costanza di funzionamento e
praticità.
“Con
questo prodotto - aveva sottolineato Zavaglia al momento dell’uscita del
docufilm - abbiamo cercato di tornare al perché degli accadimenti tralasciando
una narrazione puramente descrittiva di cose materiali ma arrivando al nocciolo
attraverso le testimonianze di personaggi storici, di familiari e di persone
che ne hanno condiviso le sorti”.
Alla
realizzazione del docufilm premiato (e lungamente applaudito) a Roma ha
collaborato anche l’Archivio comunale della memoria locale di Mandello, oltre
alla Canottieri Moto Guzzi, mettendo a disposizione documenti e interviste.
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