(C.Bott.) “La storia di questa comunità
l’hai voluta fissare, con i tuoi preziosi richiami, nelle nostri menti e nel
nostro cuore. I tuoi editoriali, appuntamenti ricchi di stimoli, di richiami,
di inviti, da padre a pastore. Non ti sei mai risparmiato nel metterti in
discussione, primo tra i primi sulla scia della Parola, tua guida e tuo
costante riferimento”.
E
ancora: “In questi giorni la comunità vuole dirti il suo grazie, che va ben
oltre i confini della nostra parrocchia perché tante sono le persone che ti
hanno conosciuto e che hanno percorso con te un tratto del loro cammino di fede
e hanno trovato in te un prezioso riferimento”.
Era
il 2015. Erano i giorni del congedo di Somana da don Massimo Rossi, parroco della
frazione mandellese dal 2002, dal 10 ottobre appunto del 2015 nuova guida
spirituale della comunità parrocchiale di Moltrasio. E i pensieri sopra
riportati, tratti dal numero “speciale” del Sumanell, il periodico della
parrocchia di Sant’Abbondio, racchiudevano il “grazie” di una intera comunità
al parroco che si apprestava a intraprendere il suo nuovo cammino.
Era
stato proprio don Massimo, nel suo ultimo editoriale, a ripercorrere idealmente
i tredici anni trascorsi a Somana, alla guida di quella Chiesa che, come scriveva
il sacerdote, “il Signore ha voluto che fosse la porta attraverso la quale la
mia mamma e il mio papà potessero incontrarlo”.
“Quelli
trascorsi con voi sono stati anni per me ricchissimi come uomo e come sacerdote
- affermava don Massimo
- e con l’aiuto del Signore mi sono educato a volervi bene, visto che il voler
bene non è una cosa immediata e scontata. Sono stati necessari il tempo che
inesorabilmente trascorre, il condividere con voi l’esistenza quotidiana, i
momenti belli e quelli dolorosi, perché l’amore nei vostri confronti nascesse e
si fortificasse”.
Il
parroco spiegava quindi di avere amato “di un amore profondo la nostra, tra
poco solo vostra, piccola chiesa”. “L’ho ritenuta fin dal primo giorno - scriveva
- l’esaudimento all’unico desiderio che, appena nominato parroco di Somana,
avevo espresso al Signore: poter avere la chiesa direttamente collegata alla
casa parrocchiale, così da poterlo sentire e trovare vicino in ogni momento del
giorno e della notte”.
Il
Sumanell riportava nelle pagine successive una serie di significative
testimonianze sulla figura e l’operato di don Massimo nei suoi 13 anni
trascorsi a Somana. Semplice e particolarmente affettuosa quella del “gruppo
della raviolata”. “Il tuo ricordo e quello dei tuoi cari genitori Chicca e
Mario - vi si leggeva - e i tuoi insegnamenti sono il lascito più prezioso che
custodiamo con cura per gli anni a venire. E in qualsiasi momento dell’anno ti
verrà voglia di un buon piatto di ravioli, o semplicemente di ritrovare il
calore e l’affetto della nostra parrocchia, ti aspettiamo a braccia aperte”.
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