I presidenti del
comitato provinciale di Lecco dell’Anpi e della sezione “Lario orientale” della
stessa associazione ricordano Adriana Pasut vedova Maggi, morta a Mandello
Lario. Quella che segue è la loro testimonianza:
La
sezione “Lario orientale” dell’Anpi, unitamente al comitato provinciale di
Lecco dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, si unisce al cordoglio
di Eros e Nikos per la scomparsa della loro mamma Adriana Pasut vedova Maggi,
iscritta da sempre a questa stessa sezione.
Staffetta
partigiana, sorella di Domenico, uno dei martiri della Resistenza fucilato dai
fascisti a Fiumelatte, Adriana - che aveva 19 anni nel 1943, quando a Introzzo
rischiava le torture e la vita per portare cibo ai partigiani sulle nostre
montagne - ci ha lasciato un ricordo recentissimo quando, in occasione del 25 Aprile
di quest’anno, mi chiese di accennare nel mio discorso alla manifestazione di
Dervio un suo ricordo particolare: quello di avere abbracciato e perdonato la
moglie di uno dei fascisti che uccisero suo fratello. Perché, mi disse Adriana,
i partigiani non combatterono per spirito di vendetta, ma per ideali di libertà
e di giustizia sociale.
Il
Comitato provinciale di Lecco e la sezione “Lario orientale” saranno presenti
alle esequie di Adriana, che si terranno venerdì 30 settembre alle 14.30 nella
chiesa arcipretale di San Lorenzo a Mandello Lario.
Ricorderemo
Adriana con le nostre attività e le nostre lotte quotidiane, in nome di un
antifascismo che, ancora in quest’ultima campagna elettorale, è stato troppo
spesso trattato come un retaggio del passato.
La
realtà è che non soltanto la democrazia è un bene mai acquisito per sempre, ma
troppo spesso in Italia ritornano fantasmi di intolleranza verso chi è debole,
diverso (per razza, religione, abilità fisica, tendenza sessuale e altro), non
allineato a presunti valori “tipici” del popolo italiano. Tutti atteggiamenti
che, la storia ci insegna, sono stati il presupposto culturale del fascismo.
Vogliamo
infine evidenziare come Adriana ben si inserisca in quel dibattito e in quegli
studi, resi più vivaci in questi ultimi anni, sul ruolo delle donne della
Resistenza, spesso dipinto come di mero supporto, quando invece, con una
costante attività non sulle montagne ma nei paesi e nelle città, vicino agli
invasori nazisti e ai traditori fascisti, rischiavano ben oltre la morte in
battaglia.
Enrico Avagnina (presidente del comitato provinciale
di Lecco dell’Anpi) e Roberto Citterio (presidente della sezione “Lario
orientale”)
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