09 settembre 2022

Derflingher ricorda Elisabetta II: “Mi regalò la pentola con cui le avevo cucinato il risotto”

Lo chef varennese fu cuoco a corte alla fine degli anni Ottanta. “E’ stata un modello per molti. Una donna precisa, ligia al dovere, dotata di sottile humor e anche una buona forchetta” 

Enrico Derflingher con la pentola dono della regina Elisabetta.

 

(C.Bott.) “E’ stata un modello per molti. Una donna precisa, ligia al dovere, dotata di sottile humor. A me piace ricordarla come una buona forchetta, molto abitudinaria a tavola ma capace di concedersi anche piccoli piaceri”. Enrico Derflingher ricorda Elisabetta II d’Inghilterra, morta ieri all’età di 96 anni.

Lo chef varennese presidente di Euro-Toques International e di Euro-Toques Italia, ambasciatore della cucina italiana nel mondo, ha lavorato a Buckingham Palace e a Kensington Palace ed è stato cuoco dei reali inglesi dal 1987 al 1990.

“Della regina Elisabetta conservo dolcissimi ricordi - dice - Era entrata nel cuore di tutti i sudditi, che la amavano e la ammiravano per il suo carattere forte, la sua risolutezza e la sua tenacia”.

“The Queen” era anche una sovrana che amava mangiare e bere bene. “Faceva colazione con il pane integrale, i fiocchi d’avena e mezzo pompelmo - dice lo chef - e amava molto le zuppe e il porridge. Beveva rigorosamente il thè alle 5 del pomeriggio accompagnato da sandwich con salmone, cetriolo, panna acida o magari da qualche biscottino integrale, anche se non disdegnava di orientarsi più sul salato”.

“Verso le 19 si concedeva un aperitivo - aggiunge - e alle 20 in punto era a tavola. Un whisky dopo cena era di rito, finché non le è stato sconsigliato per ragioni di salute. Pranzava alle 13 con pesce, come ad esempio una sogliola grigliata su un letto di spinaci, oppure con zucchine o un pollo alla griglia con insalata. Alla sera, la carne delle fattorie. La preferita era una bistecca gaelica, servita con salsa di funghi, panna e whisky. Banditi aglio e cipolla”.

Ad aver fatto storia è stato un risotto che Enrico Derflingher aveva preparato per una cena ufficiale, a fine 1989, presenti Michail Gorbaciov, il presidente Usa Ronald Reagan e alcuni capi di Stato e sovrani europei. Per la regina quello fu il miglior risotto mai mangiato prima di allora.

“Rompendo il protocollo mi chiamò in sala chiedendo cosa avrei desiderato di regalo - ricorda lo chef - Io le chiesi la pentola con cui l’avevo cucinato, che era appartenuta alla regina Vittoria. Con quello stesso piatto, che ho poi chiamato “risotto Regina Vittoria”, ho vinto il titolo di miglior cuoco d’Italia, d’Europa e del mondo. L’ho cucinato alle Olimpiadi di Pechino e di Londra, ai Mondiali di calcio in Sudafrica e in occasione del matrimonio del principe William, nipote di Elisabetta II”.

“La regina ha lasciato un segno anche in me - conclude lo chef - e tanti ne sentiranno ora la mancanza, perché lei sarà per tutti forever Queen”.

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