All’omelìa un pensiero per l’ex parroco don Massimo: “Sta attraversando un momento difficile ma oggi è al nostro fianco e in occasione di questa ricorrenza lo sentiamo particolarmente vicino”
Don Giuliano Zanotta questa mattina nella chiesa di Sant'Abbondio a Somana.
(C.Bott.) “Oggi celebriamo un uomo straordinario, che fu il quarto vescovo a Como e che nel 451 venne inviato da papa Leone al concilio di Calcedonia. Fu una vera e propria missione, la sua, e allora come oggi il papa attingeva dalle periferie”. Si riferisce a sant’Abbondio, patrono della diocesi e della comunità di Somana, monsignor Giuliano Zanotta nei passaggi introduttivi della sua omelìa pronunciata questa mattina nella chiesa parrocchiale della frazione mandellese.
Sì, è la domenica della festa patronale, per Somana. E il parroco della comunità pastorale di Mandello Lario accosta appunto la missione affidata al vescovo Abbondio alla scelta di papa Francesco di creare cardinale monsignor Oscar Cantoni.
Sono gli stessi momenti in cui a Roma l’attuale vescovo di Como, che avrebbe dovuto presenziare proprio all’odierna festa patronale di Somana, sta celebrando la messa nella chiesa di San Giuseppe al Trionfale retta dai Servi della carità.
“E’ bello - dice don Giuliano - che il pontefice abbia scelto il vescovo Oscar, mio conterraneo e mio amico (entrambi sono nativi di Lenno, ndr), ed è significativo che quella odierna sia la domenica dell’umiltà”. “Essere umili - aggiunge il celebrante - significa essere grandi persone e chi è umile sa quanto vale senza farlo vedere”.
“Abbondio era un uomo equilibrato e credibile - osserva ancora il parroco - e averlo come patrono è per noi motivo di vanto, anche perché lui ci aiuta a vivere dentro il “nostro” tempo”.
Non manca, nella riflessione di don Giuliano, un pensiero affettuoso per don Massimo Rossi, già parroco di Somana e dal 2015 alla guida della Chiesa di Moltrasio. “Don Massimo sta attraversando un momento difficile - dice - ma idealmente è oggi al nostro fianco e in occasione di questa significativa ricorrenza noi lo sentiamo particolarmente vicino”.
Infine il “grazie” del parroco a chi si è impegnato per organizzare spazi di convivialità in concomitanza proprio con la festa del patrono. “In tanti stanno vivendo in questi giorni momenti di fraternità - dice - e tutti noi ve ne siamo grati perché dentro c’è tanta spontaneità e tanto amore”.
Al termine della celebrazione eucaristica la benedizione solenne e l’ultimo brano intonato dalla cantoria parrocchiale.
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