23 luglio 2022

Mandello. L’addio a Daniela Panizza: “La sua morte è il tralcio potato per portare più frutti”



(C.Bott.)
L’ultima preghiera, prima dell’aspersione e dell’incensazione della bara, è stata quella del donatore. A leggerla una esponente dell’Aido, presente con i labari del gruppo comunale e dell’associazione provinciale dei donatori di organi, tessuti e cellule.

C’era anche il labaro del Soccorso degli alpini, questa mattina nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, a testimoniare l’impegno di Daniela Panizza nel mondo del sociale e dell’associazionismo. Un impegno mai banale, ricordato anche da don Feliciano Rizzella. “Daniela ci ha dimostrato in vita che non siamo fatti per rimanere chiusi in noi stessi”, ha detto il celebrante all’omelìa del rito funebre della mandellese morta alla vigilia del suo sessantatreesimo compleanno.

“Oggi siamo qui per pregare”, aveva premesso il sacerdote, che introducendo la cerimonia aveva sottolineato come la morte sia una realtà “che sempre ci sorprende”.



Rifacendosi alla pagina di Vangelo appena proclamata, don Feliciano aveva detto che “la morte di Daniela è il tralcio potato per portare più frutti, quegli stessi frutti che soltanto il Signore raccoglie”.

Poi un’ammissione: “Anch’io faccio fatica a capire come vanno le cose del mondo e allora deve essere ancora più convinta e più consapevole la nostra volontà di aderire a Dio e al suo progetto, che agisce quando noi non abbiamo più il potere di farlo”.

“Abbiamo bisogno del Signore - ha aggiunto il celebrante - perché la morte è il nostro incontro con lui, che per noi da dato la sua vita”.

Infine un altro riferimento alla pagina di Vangelo: “Oggi dobbiamo mettere da parte tutti i nostri dubbi e i nostri pensieri, nella consapevolezza di essere tralci aggrappati alla vite”.

Poi, come detto, la preghiera del donatore a testimoniare l’ultimo atto d’amore di Daniela Panizza, l’ultimo suo ideale inno alla vita.

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