E’ l’ultimo “capitolo” della storia della zona a lago di Mandello Lario e in particolare dei suoi giardini pubblici curata da Luciano Rossi. La “pagina” conclusiva è dedicata dall’autore degli apprezzati “appunti” ai ringraziamenti.
E’ bello, finito un lavoro, ringraziare chi ti ha dato la possibilità di farlo. Poiché la nostra è una ricerca basata in larghissima parte su documenti d’archivio risalenti agli ultimi quattro secoli, il primo grazie va a chi quei documenti li ha scritti, che intendesse o no lasciare di proposito una testimonianza di ciò che era successo. Senza di loro, la storia sarebbe solo silenzio.
Dell’Ottocento abbiamo tra gli altri i due notai Pini, padre e figlio, i “garibaldini”, che non si sono limitati a redigere i loro atti ma hanno cercato e fatto trascrivere, allegandoli, documenti più antichi, che altrimenti probabilmente non avremmo mai conosciuto. Con Giuseppe Pini in particolare siamo così potuti risalire fino al 1645 e alla storia degli Airoldi. Una bella luce per noi su un passato remoto.
Poi c’è chi ha avuto cura di tenere, raccogliere, ordinare negli archivi tutto questo materiale, chi è andato a cercare quello che gli interessava e, se bravo e fortunato, a trovarlo. L’Archivio comunale della memoria locale, costituito nel 2006, sostenuto da volontari e diretto da Simonetta Carizzoni, si è distinto in questo.
Rina Compagnoni e Betta Lafranconi, due tra i soci fondatori, sono andate per anni agli Archivi di Stato di Como e di Milano per cercare notizie su Mandello, specie sulla roggia, e le hanno trovate. Oltre alle targhe diffuse che arricchiscono il paese, anche la nostra piccola storia se n’è giovata.
La pagina iniziale del documento datato 1852. |
Sui documenti antichi c’è anche una difficoltà in più: riuscire a leggerli. Sono scritti a mano con grafie e abbreviature diverse nel tempo e sono spesso in cattive condizioni. Provate a leggere, se ci riuscite, l’atto del 1852: io non ce l’avrei mai fatta. Ma Felice Zucchi, che è esperto in materia, sì. Io ho letto la sua trascrizione al computer ed era tutta un’altra vita.
Una parte notevole della nostra ricerca riguarda però il Novecento, dove i documenti sono spesso dattiloscritti, almeno a partire dagli anni ’20. Qui il problema è scovarli. L’Archivio storico del Comune è benemerito, con la sua mole di atti perlopiù pubblici, in verità anche del secolo precedente. E’ qui che ad esempio ho trovato le notizie ottocentesche sul progetto (mancato) di arginatura del Meria e sulla realizzazione del porto.
L’archivio è stato riordinato e inventariato nel 2010-12, su impulso dell’assessore Maurizio Bertoli, da una ditta specializzata, la “Scripta” di Como, che ha fatto un lavoro enorme. Riporto i nomi degli esecutori: Lorenza Berbero e Daniela Quaini, direttore Domenico Quartieri. Hanno messo insieme 515 faldoni e oltre 11.000 fascicoli per decine di migliaia di carte dal 1775 al 1969.
Il sindaco Riccardo Fasoli, che ha anche lui la passione per la storia di Mandello, mi ha autorizzato la consultazione, e la responsabile di struttura Dalidia Rompani si è impegnata a individuare le raccolte giuste. Non è sempre facile. Io e mia moglie le abbiamo fotografate, poi a casa, al computer, ho organizzato il mio lavoro.
Dopo il 1969 subentra un altro archivio, diciamo quello normale, non più storico, del Comune, che raccoglie anno per anno separatamente le delibere del Consiglio e quelle della Giunta. Anche questo utilissimo.
Ho inoltre parlato con la Pro loco di Mandello, attiva e disponibile dal 1995, con la “Compagnia del pontile”, nata nel 1983 per recuperare il vecchio pontile demolito, e con molti concittadini: anziani di buona memoria, giovani discendenti dei protagonisti del passato, persone che sanno. Li cito in ordine alfabetico: Alis Agostini, Isa Aliverti, Elios Amati, Donata Bartesaghi, Aurelio Barutti, don Vittorio Bianchi, Claudio Bottagisi, Alberto Bottani, Silvia Buzzi, Elio Cantoni, Fabio Cantoni, Morena Comini, Alberto De Battista, Dino Fasoli, Pierdomenico Ferrari, Antonio Gaddi, Emanuela Gaddi, Michele Gala, Roberta Gala, Battista Lafranconi, Bruno Lafranconi, Simona Lozza, Franco Necchi, Rosella Pini, Paolo Sodano, Riccardo Stropeni, Carlo Todeschini, Elena Zapelli.
Poi ci sono, anzi andrebbero messi in prima fila, le donne e li uomini incontrati nei documenti, che nel corso di quasi quattro secoli hanno animato in vario modo questa storia. Sono loro che in realtà l’hanno “scritta”: io mi sono limitato a leggerla, poi a raccontarvela, facendo scorrere davanti ai miei e vostri occhi i loro nomi.
Infine ci siete voi, che mi avete seguito con simpatia. Vorrei dire “noi”, che amiamo la storia e vorremmo costruirla sempre bella, giusta e generosa. Proviamoci. Anche per questo dico a tutti grazie.
P.S.: Ho fatto leggere questa ricerca, in attesa di stamparla in settembre, ad alcuni amici dell’Archivio della memoria che hanno studiato Mandello più a lungo di me: Simonetta Carizzoni, Rina Compagnoni e Felice Zucchi e ho fatto tesoro delle loro osservazioni. La realizzazione del libro dovrà invece molto alla squisita generosità e alla competenza di Michele Gala.
Luciano Maria Rossi
E grazie a Luciano Maria Rossi per aver collezionato con impegno questa mole di documenti ed averceli resi con una scrittura competente ma piacevole.
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