Il sacerdote che ora svolge il suo ministero a Mandello Lario racconta la sua esperienza. “Cercavo un’apertura nuova ai doni della vita. L’ho trovata in quella comunità educativa”
(C.Bott.) Quattro mesi trascorsi a “Casa don Guanella” di Lecco, da luglio a ottobre dello scorso anno, poi il via al “nuovo corso” del suo ministero presso la comunità pastorale di Mandello Lario.
Don Feliciano Rizzella racconta sul periodico di vita e cultura della comunità educativa di via Amendola l’esperienza che appunto lo scorso anno l’aveva portato a vivere a stretto contatto anche con i ragazzi di “Cascina don Guanella” a Valmadrera, dove anni fa è stato intrapreso un interessante quanto innovativo progetto di agricoltura sociale che continua a dare frutti importanti.
“Mi sono trovato bene - scrive don Feliciano - ed è stato piacevole soprattutto con i “colleghi di lavoro”. Ho vissuto un’esperienza bella e arricchente per me, prete diocesano da vent’anni, che desiderava e aveva bisogno di un’apertura nuova ai doni della vita”.
“Ho trovato subito la massima disponibilità da parte di don Agostino a permettermi di vivere questo periodo di tempo - aggiunge - e ho raggiunto velocemente una certa familiarità con i ragazzi accolti in comunità. Ho percepito un’apertura da parte di tutti verso la mia faccia nuova, a cominciare dagli adulti che vi lavorano, che mi hanno offerto un’accoglienza serena e gentile e una familiarità disinteressata, e ho collaborato a fianco dei ragazzi in “Cascina don Guanella” quotidianamente, soprattutto nelle attività agricole ”.
Quindi il “grazie” rivolto proprio a loro, agli ospiti della comunità educativa. “Mi hanno regalato un po’ della loro umanità - scrive don Feliciano - talvolta provata ma desiderosa di riscatto e di quella pienezza che sicuramente viene, ma un giorno alla volta”.
E ancora: “Ho sentito la voglia di impegnarmi e il desiderio di regalare un po’ di tempo e di cuore a chi rischia di trovarsi solo, senza una famiglia e con tanti pesi da portare… La comunità è sostegno e opportunità di accoglienza o reinserimento sociale per minori che arrivano dall’estero o da situazioni di forte disagio e si trovano smarriti o in pericolo, o bisognosi di ricominciare una vita più “sana”. In un mondo sempre più interconnesso, ci scopriamo ancora umanamente distanti e incapaci di aiutare le persone più svantaggiate, anche se spesso ci riteniamo buoni cristiani”.
Da qui un’altra riflessione di don Feliciano: “Abbiamo bisogno, al di là dell’essere “credenti”, di reimparare a praticare la compassione con azioni concrete e discrete. Penso ci sia modo per farlo e tante persone accettano questa sfida e provano a fare qualcosa in comunità Don Guanella”.
Infine un desiderio e, al tempo stesso, un auspicio: “Piacerebbe anche a me, ora in parrocchia a Mandello, poter portare qualche giovane, e non solo, a fare simili esperienze e riuscire a instaurare un clima di fraternità bella e di operosità serena, a servizio dei piccoli del Vangelo”.
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