L’ampliamento del campo sportivo, le gimcane con il “Guzzino”, il riordino dei giardini pubblici, il divieto di circolare in costume da bagno e altro ancora nella nuova puntata di Luciano Rossi sulla storia della zona a lago di Mandello Lario.
Si è già detto della riapertura della colonia. Anche il campo sportivo dopo la guerra riprese la sua attività e anzi nel ’48 dovette ampliarsi a svantaggio proprio della colonia per diventare regolamentare e poter ospitare partite del campionato di Prima divisione.
Nell’occasione il sindaco chiese alla Moto Guzzi di contribuire economicamente a ricostruire più in basso nuove cucine poi, “per compensare il minore spazio a disposizione della colonia”, innalzare a lago un muretto “per separare i piccoli bagnanti della colonia dalla spiaggia destinata ai bagni pubblici” (dunque accanto alla colonia c’era già un lido per adulti, che aveva sostituito quello in Poncia) e infine rifare in modo stabile la passerella di accesso “in legno, malsicura, che ogni anno deve essere riparata”.
Seguirà una convenzione che definirà opere e spese, poi una lettera di ringraziamento personale del sindaco e dell’Amministrazione del Comune per la “munificenza” che la Guzzi “usa nei confronti di questo ente”.
In quel periodo la Guzzi usò il campo sportivo anche per altre sue iniziative di forte richiamo pubblicitario, come per le gimcane delle “65”, il famoso Guzzino nato subito dopo la guerra, nella primavera del ‘46. I partecipanti, tra cui alcune donne, come si vede nella bella foto che pubblichiamo, dovevano dar prova di abilità destreggiandosi a zig zag tra i birilli e superando gli ostacoli.
Sempre per le “65” si svolsero anche, già a partire dal ‘47, delle gare di velocità, ma in questo caso per le vie del paese, su circuiti da percorrere fino a 15 volte.
E arriviamo, sulla sponda sinistra, ai tempi nuovi dei giardini. A spiegarci bene com’erano messi nel giugno ’47 è ancora una volta Vincenzo Zucchi, “un promotore”, come riporta il timbro, della Pro Mandello del Lario.
Scrive al sindaco di aver proposto alla Guzzi di fornire operai e materiale “per il riordino dei giardini pubblici di piazza Gera data l’imminenza della stagione estiva” e di aver avuto risposta positiva perché si tratta di “una zona di pubblico passeggio e sosta di forestieri assai frequentata trovandosi in riva del lago”.
E cosa c’è da fare? Estirpare l’erba dai viali, raccogliere ciottoli e immondizie, “sui viali così ripuliti gettare del ghiaietto”, inoltre “avere del cemento portland per la posa in opera delle panchine, ore disperse, sui rispettivi sostegni”. Infine, per accrescere il rispetto della zona, specie da parte dei ragazzi, installare un cartello in lamiera con due scritte: sul davanti “Per rispetto civile non è permesso circolare in costume da bagno” e - a tergo - “Rispettare i giardini pubblici, l’alberato e gli uccelli”. Cartello, dice Zucchi che nella sua discrezione teme sempre di essere troppo invasivo, “da togliersi a fine settembre”.
Un mese dopo, sempre da parte della Pro Mandello e di Zucchi, due proposte aggiuntive. La prima è una correzione di tipo tecnico, suggerita dall’“uomo addetto alla pulizia stradale”: dice che, per la cura duratura dei vialetti, è meglio spargervi della “terra di Moregge la quale, consolidandosi e comprimendosi, impedisce la rinascita dell’erba” e solo l’anno dopo mettere il ghiaietto (Moregge, o Moregallo, è la frazione di Mandello sull’altra sponda del lago).
La seconda è il progetto di una fontana da posizionare all’ingresso dei giardini. Ce n’è una d’occasione, che Piatti darebbe per una cifra irrisoria e altri monterebbero gratis. L’intenzione sarebbe di farla funzionare solo nei giorni festivi “per evitare uno spreco inutile di acqua potabile attualmente ancora scarsa”. E’ proprio per questo motivo che, a quanto pare, il Comune rinvierà ad altro tempo la proposta.
Del 1950 abbiamo poi un piccolo foglietto sulla manutenzione dei giardini. Quell’anno, esclusa la pulizia dei viali, costa al Comune 4.000 lire mensili: è curata da Giuseppe Bettini e comprende “potatura delle piante, taglio del prato e aiuole con fiori”. E’ bello vedere che i nostri giardini, a guerra da poco conclusa, sono un valore da tenere bene.
E qui, anche a proposito di rispetto, bisogna almeno citare Bascherini, la guardia comunale rimasta famosa per il suo rigore nel far osservare ai ragazzi le regole di comportamento, come il divieto di giocare nei prati. Me l’hanno descritto piuttosto piccolo di statura ma di grande autorità, gli occhialetti tondi alla Cavour, la divisa scura completa di berretto, la classica bicicletta nera con i freni a bacchetta e la borsa sempre chiusa (chissà cosa mai c’era dentro) a cavallo della canna. Tanta era la paura al solo suo apparire che “Gh’è scià el Bascherini” si gridavano l’un l’altro i ragazzi, “Arriva Bascherini”, ed era un fuggi fuggi a nascondersi.
Un ultimo cenno va al mercato, che a Mandello, forse in piazza Roma, aveva una lunghissima tradizione storica: a quanto pare, addirittura dal 1537 con cadenza settimanale e serviva tutto il contado fino a Corenno. Ora lo ritroviamo nella zona di piazza Gera e tratto finale di via Manzoni, e una sola volta al mese, l’ultimo o il quarto lunedì. Ma già dal gennaio ’47 il Comune vuole renderlo bimensile e si attiva a conoscere il parere all’Ufficio Industria e commercio di Como. Anche questo un piccolissimo segno dei tempi.
Luciano Maria Rossi
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