Ieri, festa della Liberazione, l’amministrazione comunale di Varenna ha celebrato l’anniversario in località Montagnetta di Fiumelatte, presso la lapide che ricorda e onora i sei partigiani fucilati dalle brigate nere nell’inverno del 1945. Con il sindaco Mauro Manzoni erano presenti il Gruppo alpini, l’Anpi, il parroco don Enrico Mauri e il sindaco di Bellano, Antonio Rusconi, oltre al comandante della stazione carabinieri.
Una celebrazione, quella di ieri, che si collocava in un delicato contesto storico che vede la guerra vicina al cuore dell’Europa con il conflitto ucraino, come mai era accaduto in questi 77 anni trascorsi dal termine della seconda guerra mondiale.
Durante la cerimonia il sindaco Manzoni ha suggerito una lettura della congiuntura alla luce della Resistenza e della Costituzione italiana. “Una lettura complessiva sul tema della guerra - ha detto - ci indica una via, insieme razionale, utopistica e realistica per prendere le migliori decisioni per l’ottenimento del maggior bene di tutti, ammettendo che spesso questo maggior bene corrisponde a una faticosa scelta del male minore”.
“Tutti noi aspiriamo alla risoluzione dei conflitti tra i popoli con gli strumenti della diplomazia e del dialogo - ha aggiunto il primo cittadino - ma l’aggressione immotivata e ingiustificabile contro la sovranità dell’Ucraina rappresenta l’esempio evidente del tipo di guerra che, più di ogni altro, l’articolo 11 della Costituzione ci insegna a ripudiare: la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”.
“La Resistenza - ha proseguito Manzoni - è stata anche una lotta e la resistenza del popolo invaso rappresenta l’esercizio di quel diritto fondamentale di difendere la propria patria che l’articolo 52 prescrive come sacro dovere”.
Il primo cittadino ha concluso ricordando come “la lotta di Liberazione ci insegna che la pace non è mai definitivamente raggiunta ma va ricercata sempre” e che “è necessaria una battaglia quotidiana perché l’umano prevalga sul disumano”. “Ma ci insegna anche - è stata la sua ultima riflessione - che quando si è ingiustamente aggrediti la difesa oltre che un diritto è anche un dovere”.
La cerimonia è proseguita con la lettura dei nomi dei partigiani caduti alla Montagnetta, accompagnata dalle note del Silenzio, e si è conclusa con la benedizione.
Nessun commento:
Posta un commento