La struttura è stata totalmente ripensata nell’esperienza di visita, con la straordinaria collezione di moto ora suddivisa in tre grandi aree tematiche: produzione, corsa e mezzi speciali
Ha riaperto ieri, 29 aprile, il museo della Moto Guzzi di Mandello Lario, memoria storica del marchio dell’aquila, delle sue “due ruote”, dei suoi trionfi e dei suoi protagonisti. Il museo si presenta rinnovato e costituisce un’anticipazione del progetto di ristrutturazione conservativa che interesserà tutto il sito industriale e che renderà la Guzzi un vero e proprio centro di aggregazione accessibile al pubblico.
Il museo si propone agli appassionati totalmente ripensato nell’esperienza di visita, con la straordinaria collezione di moto ora suddivisa in tre grandi aree tematiche che riguardano i modelli di produzione, gli esemplari da corsa e i modelli militari, organizzati in rigoroso ordine di apparizione temporale.
La collezione è unica al mondo per il fascino e la rarità dei modelli e comprende 160 esemplari che, negli ultimi mesi, sono stati oggetto di un attento e minuzioso restauro conservativo eseguito integralmente dal personale della Guzzi.
Dalla “G.P.”, modello unico al mondo che risale addirittura a due anni prima della fondazione della Casa dell’Aquila, fino agli ultimi modelli di attuale produzione come la V85 TT, una visita alla collezione è un viaggio irripetibile nella storia di questo straordinario marchio italiano.
In una nuova area al piano terra si possono ammirare le motociclette prodotte dal 2000 a oggi, come la magnifica California 1400 o la possente Stelvio 1200.
Il racconto della storia della Guzzi inizia nella prima area del piano primo, con la “G.P.” del 1919, il prototipo da cui nacque - nel 1921 - la “Normale”, prima Guzzi di produzione.
Il viaggio prosegue al secondo piano, con l’esposizione dei successivi modelli fino ai primi anni del 2000 e delle motociclette destinate all’uso militare.
Il tour prevede poi la visita della seconda area situata al primo piano, dove sono conservate le moto da corsa, macchine diventate leggendarie come la avveniristica “Otto cilindri”, che hanno consentito alla Moto Guzzi di conquistare 14 titoli mondiali.
Tra le novità lo spazio dedicato a Omobono Tenni, il grande pilota della Guzzi che trionfò al Tourist Trophy nel 1937.
La terza sezione della nuova esposizione accoglie modelli come il 3X3 “Mulo meccanico”, mezzo da lavoro a tre ruote motrici del 1960, e il sidecar Trialce, costruito nel 1940. L’esposizione è completata da una scheda descrittiva per ogni modello.
Tra le moto che è possibile ammirare si ricordano la G.T. “Norge” della fine degli anni ’20, la Sport 15, avveniristica creazione degli anni ’30, il Guzzino degli anni ‘40, il Falcone, entrato prepotentemente nella cultura popolare, il Galletto 192 e la V7 Sport, che per i ragazzi degli anni ’70 fu un mito di sportività. E ancora la V50 e la supersportiva Daytona 1000, per arrivare alle più recenti Griso e all’anticonformista MGX-21.
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