Le titolari Esa Secca e Raffaella Di Gennaro: “Cerchiamo di andare incontro alle esigenze di una clientela sempre più raffinata, che ama il nostro territorio. E la risposta è già confortante, perché abbiamo prenotazioni sino a fine stagione, con il ritorno della clientela d’Oltreoceano”
Gli ultimi dati statistici confermano come la voce turismo, sul ramo lecchese del Lario, abbia dato segnali confortanti di ripresa dopo gli anni critici della pandemia. E’ ciò che si auspica anche per Villa Lario Resort di Mandello Lario, struttura ricettiva tra le più prestigiose del lago: dal 2021 un raffinato “5 stelle” con le sue sette luxury suite. Camere “dedicate” alle località più caratteristiche del Lario (Bellagio, Varenna, Dervio, Oliveto e naturalmente Mandello), fatta eccezione per le due in darsena che portano i nomi dei venti tipici del ramo lecchese (Breva e Tivano).
La stagione 2022 è vista da Raffaella Di Gennaro ed Esa Secca, le due titolari di Villa Lario, come quella del definitivo rilancio dopo due anni difficili.
“Il 2020 - spiega Esa Secca - è stato un anno orribile. Nonostante ciò abbiamo aperto, nei limiti del consentito, per dare un segnale che “noi c’eravamo”, anche se è mancata tutta la clientela inglese e soprattutto quella americana. Nel 2021 con il riconoscimento delle 5 stelle e l’allestimento di due nuove suite in darsena a pelo d’acqua, con vista mozzafiato, speravamo di poter ripartire a pieno regime, ma ancora una volta abbiamo dovuto fare i conti con la pandemia, aprendo da giugno con un incremento però di italiani”.
“La clientela - aggiunge - lasciava trasparire la voglia di uscire da un tunnel lunghissimo, concedendosi anche alcuni lussi che normalmente non rientravano nel budget. Certamente i numeri non sono stati quelli che avremmo potuto riscontrare in altre condizioni”.
Eccoci allora al 2022, che dovrebbe segnare il ritorno alla normalità, sia pur “vigilata”. “I due anni difficili - spiega Raffaella Di Gennaro - non sono stati totalmente negativi: ci sono serviti per raccogliere le indicazioni della clientela e poterci così riproporre con novità per il 2022. Villa Lario Resort, del resto, in questi due anni non si è fermata, anzi ha investito molto, andando in controtendenza rispetto alle difficoltà del momento. E anche ora, a inizio stagione, ci proponiamo con una novità puntando su un’offerta di alta qualità con l’apertura del ristorante gourmet vista lago “Amandus” affidato alla creatività dell’executive chef Luca Mozzanica”.
La denominazione “Amandus” (dal latino “amabile”, “da amare”) non è stata scelta a caso. Infatti il toponimo di Mandello molto probabilmente deriva dall’antroponimo latino Amandus o dal corrispettivo femminile Amanda.
Perché questo nuovo investimento in un momento difficile e anche rischiando? “Perché - risponde Esa Secca - innanzitutto abbiamo voluto puntare sull’alta ristorazione per dare un qualcosa di esclusivo a questo ramo del lago e poi perché abbiamo cercato di andare incontro alle esigenze di una clientela sempre più raffinata, che ama il nostro territorio ma anche un servizio di lusso tutto compreso. E devo dire che la risposta è stata confortante, perché abbiamo già prenotazioni sino a fine stagione con anche il ritorno della clientela d’Oltreoceano”.
Un investimento importante sul territorio che ha portato a un conseguente aumento dell’occupazione di Villa Lario Resort, che oggi può contare su 25 dipendenti.
NASCE “AMANDUS RISTORANTE”
Sul suo profilo di presentazione il lecchese Luca Mozzanica, 44 anni, chef executive del ristorante “Amandus” di Villa Lario Resort, scrive: “La mia cucina non è un segreto, ma un’esperienza. Creatività, studio e ricerca la contraddistinguono. E’ in questo contesto che vorrei regalare emozioni uniche”.
Così, con umiltà e grande professionalità, Mozzanica, cresciuto nel rione lecchese di Maggianico, è pronto a lanciare la sua sfida per una cucina di alta qualità dove l’esaltazione della materia prima avrà una parte fondamentale.
Sorride, Mozzanica, ripensando a quei mesi del 1994 quando - poco più che ventenne - dopo aver frequentato la Scuola alberghiera di Casargo entrava per uno stage nella cucina del ristorante “Griso” di Malgrate, della famiglia Gobbi, dove il “re” incontrastato era il grande chef “stellato” Claudio Prandi.
“Sono ricordi bellissimi - spiega Mozzanica - e Prandi è stato un maestro impareggiabile. Se ci ripenso sembrano passati anni luce anche come modo di interpretare la cucina. Ma per la mia formazione sono stati anni importantissimi”.
Veniamo al dunque, con la sfida di “Amandus”. Da Mozzanica ci facciamo raccontare come imposterà la sua cucina in riva al lago per palati raffinati e competenti. “Tenendo presente anche il target che oltre al ristorante frequenterà Villa Lario Resort - dice - punterò su una cucina internazionale, tenendo però come filo conduttore i piatti della tradizione mediterranea. Nella stagione calda punterò più sul pesce, sia di lago sia di mare, e verso l’autunno sulle carni e i piatti di quel periodo”.
Lo chef Luca Mozzanica, 44 anni, lecchese. |
Mozzanica avrà nel suo “regno” un gruppo di collaboratori giovani e motivati e in sala la competenza o lo stile del “maître”, ormai mandellese a tutti gli effetti, Sergio Miccoli.
Si diceva della cucina internazionale di “Amandus” (aperto a tutti per cena e non soltanto per i clienti della Villa) con però una prerogativa che è un po’ nello stile dello chef. “Sì, la mia cucina si basa principalmente sul “rispetto” delle materie prime di qualità. Cosa significa questo? Significa che alla base c’è un lavoro importante affinché i sapori si “sentano” quando si degusta un piatto e non vengano camuffati, oppure uno abbia la prevalenza sull’altro. Per me tutto ciò è molto importante. Anche per questo facciamo tutto noi in casa: dalla panificazione alla pasticceria, per dare continuità alla nostra filosofia di fare ristorazione”.
Che altro dire, allora, se non augurare tanta fortuna a uno chef lecchese “doc” in corsa (non lo citiamo per scaramanzia) per qualcosa di importante.
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