Lo chef varennese, presidente di Euro-Toques, ha proposto un nuovo piatto dedicato alla Lombardia e preparato con prodotti esclusivamente regionali
(C.Bott.) Primo atto dell’edizione 2022 di “Agrinatura”, ieri a Lariofiere di Erba, evento che si propone di avvicinare il pubblico al recupero delle tradizioni e della cultura agricola nonché ai temi dell’ambiente, della gestione territoriale, dell’ecologia e dell’enogastronomia e dove fino a domani sono esposti prodotti agricoli, eccellenze agroalimentari, creazioni florovivaistiche e animali della fattoria, con percorsi formativi sul mondo agricolo e sulla natura, laboratori per famiglie e lezioni di cucina.
Proprio in tema di lezioni di cucina a salire… in cattedra nella giornata di ieri è stato Enrico Derflingher. Lo chef varennese, ambasciatore della cucina italiana nel mondo, è stato l’incontrastato protagonista dello “spazio Coldiretti” allestito presso il quartiere fieristico permanente erbese.
Lo chef Enrico Derflingher a Lariofiere di Erba. |
Derflingher, presidente internazionale di Euro-Toques, già a Buckingham Palace e a Kensington Palace, due tra le più importanti residenze reali inglesi, ha proposto il risotto “della principessa e dei principini”, un piatto nuovo dedicato alla Lombardia e preparato con prodotti esclusivamente regionali, a chilometro zero, provenienti dalla provincia di Lecco e dal Lago di Como, fatta eccezione ovviamente per il riso.
Questi gli ingredienti della ricetta per 4 persone: 300 grammi di riso Carnaroli Campo dell’oste, 50 grammi di carotine, altrettanti di zucchine, di piselli, di favette e di asparagi, 20 grammi di sedano, 100 grammi di caprino della Valsassina a cubetti, 50 grammi di parmigiano reggiano grattugiato, 40 grammi di burro, 10 grammi di maggiorana, 30 grammi di olio extravergine di oliva, oltre a un litro di brodo vegetale, al sale e al vino bianco.
Alla presentazione (e degustazione) del piatto erano presenti, tra gli altri, il sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, e il critico gastronomico Jacopo Fontaneto.
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