Il toccante messaggio di Adriana Pasut: “Ho incontrato la moglie di uno dei fascisti che assassinarono mio fratello Domenico. L’ho perdonata, perché i partigiani combatterono per amore della libertà e della giustizia”
L’amministrazione comunale di Mandello Lario, l’Archivio comunale della memoria locale e la sezione “Lario orientale” dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia ringraziano le atlete e gli atleti della Polisportiva e del Bike Team Mandello che ieri hanno percorso la strada provinciale che collega il centro sportivo comunale di Pramagno alla Montagnetta di Fiumelatte, portando a turno la fiaccola in memoria dei caduti della strage nazifascista che nel gennaio 1945 costò la vita a sei partigiani della 55.ma Brigata Fratelli Rosselli.
Partiti alle 18, una volta giunti in località Montagnetta i giovanissimi atleti della Polisportiva hanno deposto un omaggio floreale davanti alla lapide eretta in ricordo della strage. Con loro vi era Nikos Maggi, nipote del partigiano mandellese Domenico Pasut, uno dei sei trucidati.
Le ragazze e i ragazzi hanno ascoltato con attenzione la ricostruzione dell’accaduto da parte di Simonetta Carizzoni, presidente dell’Archivio della memoria, che ha poi donato a loro e ai portacolori del Bike Team una pubblicazione che illustra i sentieri della memoria partigiana sulle Grigne, percorsi valorizzati per tramandare la memoria di chi ha combattuto per una libertà che non deve mai essere data per scontata.
L’assessore allo Sport e alla sicurezza del Comune di Mandello, Sergio Gatti, dal canto suo ha sollecitato i giovani a immaginare quanto sia costata loro la privazione di molti spazi durante il lockdown, invitandoli a provare a moltiplicare tale privazione all’infinito. “Questa - ha detto - è la mancanza della libertà”. Ha inoltre confermato il proposito di mantenere questa fiaccolata in occasione di ogni celebrazione dell’anniversario della Liberazione.
Infine Roberto Citterio, presidente della sezione “Lario orientale” dell’Anpi, ha portato ai presenti l’abbraccio ideale di Adriana Pasut, sorella del partigiano Domenico e socia dell’associazione, che a 19 anni riforniva di cibo i partigiani in montagna. Ha anche voluto trasmettere questo suo toccante messaggio: “Ho incontrato la moglie di uno dei fascisti che assassinarono Domenico. Questa donna, abbracciandomi, ha chiesto il mio perdono. L’ho perdonata perché i partigiani combatterono per amore della libertà e della giustizia, valori che hanno poi ispirato la nostra Costituzione repubblicana e che tocca a voi giovani difendere”.
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