La zona a lago di Mandello Lario, i giardini pubblici e, soprattutto, il Lido comunale. Una serie di considerazioni accompagnate da alcuni scatti fotografici. La “firma” è di Francesco Silverij, mandellese, per lunghi anni pubblico amministratore. Quelle che seguono sono le sue riflessioni:
Occorre riconoscere che nella nostra comunità negli ultimi anni la capacità ricettiva e di ospitalità in genere si è lodevolmente moltiplicata e qualificata. Con essa è cresciuto anche, sia sotto il profilo numerico sia sotto quello qualitativo, il livello della ristorazione.
Insomma, se la pandemia non ci avesse messo lo zampino oggi avremmo una Mandello pronta e capace di rispondere con efficacia e professionalità alla crescente domanda di presenza turistica che aveva felicemente caratterizzato tutto il nostro lago.
Ricordato tutto ciò, senza tralasciare l’importanza anche della montagna e in particolare l’intelligente riscoperta e relativo rilancio del sentiero del viandante, una domanda sorge spontanea: cosa di meglio si può fare per trattenere e gestire le presenze? Sicuramente proporre un “cartellone” di iniziative culturali e di tempo libero di spessore e articolate su tutto il territorio cittadino al fine di valorizzarne le peculiarità, senza però tacere la consapevolezza che il primo impatto, quello da cartolina, dopo la scultorea immagine delle Grigne è certamente la nostra fascia a lago, dove i giardini pubblici e il Lido comunale dovrebbero essere (e non lo sono) il fiore all’occhiello più tangibile.
Sui primi, in attesa della loro programmata riqualificazione, assistiamo da anni a un costante declino e sul Lido dovremmo stendere un velo pietoso. Dovrebbe essere il luogo deputato all’ospitalità balneare ma a molti, compreso il sottoscritto, sembra più una “gallina dalle uova d’oro” da cui molto ricavare con l’esborso minore.
E’ mancato un progetto generale di valorizzazione dell’area. E’ mancato un credibile programma di investimenti. E’ mancata la più elementare manutenzione ordinaria che ne sta sottolineando lo stato di abbandono.
In questi mesi il Lido è rimasto sempre aperto come fosse - e giustamente - la continuazione dei giardini pubblici. Ma allora bisognava e bisogna curarne il decoro e la pulizia, che al contrario sono entrambe mancate.
I soli a godere di tanta libertà sono stati i nostri amici a quattro zampe, che felici scorrazzano sia nella zona balneazione sia in quella solarium. A tal proposito immagino e spero che prima dell’inizio della stagione estiva si voglia bonificare e sanificare l’area. O no?
Alla fine, in attesa che oltre all’ospitalità si pensi anche alla decenza, non rimane che constatare, non senza tristezza, che oggi il Lido sembra un anonimo deposito più che una struttura turistica. Non piove da mesi, il lago è bassissimo, quanti lavori di piccola manutenzione si sarebbero potuti fare! E quindi se non ora, anche se in ritardo, quando?
Francesco Maria Silverij
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