“Anche noi ci troviamo nel disagio di ricevere richieste di persone, con stipendio regolare e contratto a tempo indeterminato, che non sanno dove alloggiare perché non c’è posto per loro”
(C.Bott.) Una scritta - “Non si affitta ai meridionali” - e una fotografia emblematiche. Ad accompagnarle una prima considerazione: “Questo è il cartello - a volte scritto, spesso pensato - che incontravano gli emigranti del Sud quando arrivavano qui al Nord in cerca di futuro. Sembra un ricordo del passato ormai remoto, quando avevamo paura di gente che non conoscevamo e che veniva da culture e tradizioni diverse dalle nostre, culture e tradizioni che ora non distinguiamo più se non per il loro cognome. Ora altri fratelli, provenienti anche loro dal Sud, ma dal Sud del mondo, si ritrovano lo stesso cartello mentale”.
Poi un riferimento alla situazione riscontrata anche presso il Centro di ascolto della Caritas del Vicariato di Mandello Lario, costituito nel 1996 per volere di don Gianluigi Gatti, che riteneva necessario che la comunità cristiana, attraverso l’opera di alcuni fedeli, rendesse quotidianamente visibile l’attenzione e la sollecitudine per i poveri. Presso quella stessa struttura le persone in difficoltà possono incontrare volontari preparati per ascoltarle e accompagnarle nella ricerca delle soluzioni ai loro problemi.
“Anche noi - si legge in una nota diffusa dal Centro di ascolto - ci troviamo nel disagio di ricevere richieste di persone, con stipendio regolare e contratto a tempo indeterminato, che non sanno dove alloggiare perché non c’è posto per loro. Quell’appartamento da affittare diventa immediatamente già occupato quando chi lo richiede ha pelle e accento diversi dai nostri”.
E ancora: “Sappiamo le obiezioni: “Abbiamo affittato agli stranieri e tanti o ci hanno distrutto casa e non pagavano più l’affitto”. Non neghiamo che sia successo, ma è sempre accaduto questo? “E la Parrocchia perché non mette a disposizione i suoi immobili?”. La Parrocchia l’ha fatto, ma non ne ha più di liberi”.
Quindi un appello esplicito: “Vi chiediamo di fare non un atto di elemosina, loro pagheranno il dovuto. Vi chiediamo di fare un atto di accoglienza, di inclusione. Chi dunque vuole che quel cartello torni a essere un ricordo del passato e vuole aiutarci contatti al più presto il Centro d’ascolto della Caritas al 366-81.20.157”.
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