17 febbraio 2022

Giorgio Parodi e i figli Andrea, Roberto e Marina “raccontati” nell’album di famiglia

La casa sul lago a Lierna, gli indumenti inviati dalla moglie Elena ai soldati in guerra, lettere e testimonianze varie per tenere vivo il ricordo del co-fondatore della Moto Guzzi, aspettando i “GP days” del 13, 14 e 15 maggio a Genova

Giorgio Parodi con la figlia Marina sulle nevi di Zuel (Cortina). E' il 14 marzo 1955 (foto archivio famiglia Parodi).


di Claudio Bottagisi

La foto è stata scattata il 14 marzo 1955 e ritrae Giorgio Parodi in compagnia di sua figlia Marina sulle nevi di Zuel. Pochi mesi dopo, per l’esattezza il 18 agosto, quell’illuminato imprenditore, al cui nome si legano la fondazione e la storia della Moto Guzzi, sarebbe morto lasciando un ricordo che il trascorrere degli anni non ha cancellato.

Marina stava per compiere 9 anni e si trovava appunto con suo padre sulle nevi di quella frazione di Cortina d’Ampezzo per partecipare a una gara di sci.

L’11 settembre dell’anno precedente era morta, all’età di soli 40 anni, la moglie di Parodi, Elena, da lui sposata a Genova nel 1937. E da allora fu proprio Giorgio a occuparsi personalmente, compatibilmente con gli impegni professionali, dei suoi figli Roberto e Andrea, oltre appunto a Marina.



C’è poi un’altra foto scattata in quella stessa occasione, nell’album della famiglia Parodi, che ritrae ancora papà Giorgio in un tenero atteggiamento sempre verso Marina. E un’altra immagine ancora, rigorosamente in bianco e nero, che mostra l’altro figlio Roberto in piedi accanto a una Fiat 500. Un accostamento non casuale, verrebbe da dire, considerato che proprio Roberto, nato nel 1944, morì nel ’64, dunque appena ventenne, in un incidente d’auto sul circuito di Monza mentre era al volante di una 500 Abarth.

Sempre un incidente automobilistico dieci anni più tardi (era la fine del 1974) avrebbe posto tragicamente fine alla vita anche del figlio primogenito Andrea, nato nel 1938.

Più d’uno sono gli episodi che si legano ai tre figli di Parodi. Roberto e Marina, per cominciare, erano tra loro particolarmente legati. Roberto amava studiare (spesso era lui a fare i compiti di matematica a suo fratello maggiore Andrea) ed era un grande appassionato del gioco degli scacchi. Sfidava (e sconfiggeva) anche i grandi.

A questo proposito la famiglia Parodi conserva una bella lettera scritta il 2 maggio del ’51 dal Grande Albergo Centrale dei Bagni di Salsomaggiore dalla moglie di Giorgio al marito. “In albergo vi è un ragazzo di 12 anni - vi si legge - Ieri stava giocando con il suo autista a scacchi. Roberto gli si avvicinò e incominciò subito a dar consigli al ragazzo. In breve gli ha fatto dare scacco contemporaneo”.

“Sono rimasti tutti a bocca aperta - aggiungeva la signora Elena - In serata, poi, ha giocato lui contro il ragazzo e l’autista e in men che non si dica li ha battuti e lasciati tutti avviliti”.

In un’altra lettera, datata 4 agosto 1952, era proprio papà Giorgio a scrivere al figlio Roberto per complimentarsi con lui per i suoi progressi al ping-pong. “Ti ho visto dare un colpo veramente di classe - affermava - però finora non mi batti: siamo rimasti 6 a 6. Ricordati di esercitarti nel dare i colpi con il braccio allargato, come ti ho mostrato”.

Roberto Parodi


Poi altri ricordi (una fotografia mostra la bella villa sul lago che la famiglia dell’imprenditore genovese aveva a Lierna, con tanto di pontile di approdo), altre testimonianze. Tra queste, una lettera datata 15 novembre 1937 che l’ingegner Celestino Lampis, amico della famiglia Parodi (“veniva chiamato affettuosamente “nucleone” - ricorda ancora oggi Marina Parodi - perché era laureato in ingegneria nucleare”), indirizza a Emanuele Vittorio Parodi, padre di Giorgio, che gli aveva espresso i suoi ringraziamenti per il regalo che lo stesso Lampis aveva fatto a Giorgio in occasione delle sue nozze con Elena.

“Illustrissimo signor commendatore - scriveva l’ingegner Lampis - grazie mille per la bella fotografia inviatami, la terrò molto cara. Del nostro dono, troppo modesto per le persone a cui era rivolto, non è il caso di parlare. Io sono tanto contento per lei di queste fauste nozze: ricordo con quanto affetto solo alcuni mesi fa pronunziava il nome del suo figlio lontano e immagino la sua gioia di adesso”.

“Oggi - così proseguiva la lettera di Lampis - ho visto l’ingegner Negri che è stato da me e che ho trovato benino (genovese, Negri per molti anni fece parte del consiglio di amministrazione della Moto Guzzi, ndr). Mi ricordi alla sua signora, che tre anni fa ho avuto il piacere di conoscere, e gradisca anche a nome di mia moglie distinti e cordiali saluti”.

C’è un’altra lettera, custodita anche in questo caso nell’archivio della famiglia Parodi, che merita di essere segnalata. E’ indirizzata alla moglie di Giorgio e a scrivergliela è un soldato, uno dei destinatari degli abiti e degli indumenti che Elena Parodi mandava ai militari negli anni della guerra. “Vengo a voi - scriveva quel soldato - per ringraziarvi tanto del gentile pensiero che avete avuto verso di noi soldati che ci troviamo qui a combattere in Russia contro il più feroce nemico della nostra patria e della nostra religione”.

“Di vero cuore - aggiungeva - vi ringrazio per le belle calze che mi avete mandato. Vi dico che mi vanno molto bene… Fate molto bene a fare questo perché qui fa molto freddo. Pensate che ieri con la bufera c’erano 40 gradi sottozero. Termino questa lettera domandandovi mille scuse se è scritta male e se mi sono permesso di venire fino a voi. Di vero cuore ricevete i miei più sinceri saluti e auguri, pregate il Signore per me perché abbia a farmi ritornare presto fra le braccia della mia cara mamma, che si trova a casa sola”.

Villa Parodi a Lierna.


Fin qui i ricordi dall’album di famiglia di casa Parodi. E intanto, come confermato nelle scorse settimane, Genova si prepara ad accogliere nelle giornate del 13, 14 e 15 maggio i motociclisti che parteciperanno ai “GP days”, nel segno e nel ricordo proprio di Giorgio Parodi.

A quell’evento, il cui programma si è andato arricchendo di settimana in settimana, ci sarà anche Marina Cais di Pierlas Parodi Bagnasco, figlia del co-fondatore della Casa dell’Aquila. “Sarà un piacere presenziare a quelle giornate con la mia famiglia - dice - e festeggiare i 100 anni… più uno della Moto Guzzi in memoria di mio padre Giorgio, del quale serbo un vivido ricordo”.

All’atteso appuntamento della prossima primavera ci sarà naturalmente Elena Bagnasco, nipote di Parodi e attuale presidente dell’associazione che porta il nome dell'imprenditore genovese, che tempo addietro parlando del nonno ebbe a dire: “Giorgio nacque e crebbe in una famiglia di imprenditori di calibro con grande intuito per gli affari, nonno e padre dotati di intelligenza viva e di particolari capacità che li portarono a non avere rivali nel loro settore. Figlio prediletto di Emanuele Vittorio (morto il 13 aprile 1945 per l’infezione causata da una lisca di pesce che gli si era conficcata in gola, ndr), ereditò quelle caratteristiche unite a un carattere forte e carismatico, schivo da ogni esibizionismo e tenace realizzatore di opere, generoso e altruista, leale, colto e poliglotta, amante dell’arte e con una profonda fede”.

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