(C.Bott.) A regolamentare la materia a livello nazionale è una legge quadro del 2000 e, in Lombardia, una legge emanata dalla Regione nel 2008 e un apposito regolamento predisposto l’anno precedente. Dei giorni scorsi, poi, è la dichiarazione dello stato di alto rischio di incendi boschivi emessa sempre dalla Regione Lombardia, con decorrenza immediata.
La dichiarazione prevede che appunto nel periodo di elevato rischio di incendi è fatto divieto assoluto di accendere fuochi nei boschi, o comunque a una distanza dagli stessi inferiore ai 100 metri.
Su tutto il territorio regionale, senza alcuna eccezione, è altresì vietato utilizzare apparecchi a fiamma (o elettrici) per tagliare metalli, motori, fornelli o inceneritori che producano braci o faville, così come gettare al suolo mozziconi accesi e compiere ogni operazione che possa creare pericolo di incendio, nonché la combustione di piccole quantità di materiali vegetali derivanti da attività agricole e forestali.
A questo proposito alcuni sindaci del Lecchese e della Valtellina sono tempestivamente scesi in campo sollecitando a non accendere fuochi all’aperto.
A ricordare le disposizioni regionali in vigore (e a chiederne l’assoluto rispetto) è anche la Comunità montana del Lario orientale Valle San Martino.
Lo stesso ente sovracomunale ricorda che negli ambiti territoriali ricadenti nelle classi di rischio 5 (è il caso dei Comuni di Lecco, Erve, Lierna, Mandello Lario, Torre de’ Busi e Valmadrera) per le trasgressioni accertate verrà applicata una sanzione amministrativa compresa tra 365,61 e 3.656,10 euro.
In Valtellina a mettere in guardia dal rischio incendi, aggravato dalla siccità di questa parte di stagione, è tra gli altri il sindaco di Fusine, Monica Taschetti, che ha diffuso una nota per informare la cittadinanza che il divieto scatta a decorrere già da oggi, martedì 1° febbraio, e rimarrà in vigore fino alla deroga del provvedimento.
Nessun commento:
Posta un commento