Un maestro dell’accoglienza dal sapore antico e familiare nel senso più ampio e nobile del termine, fatto di calore e squisita sobrietà
di Lorenzo Morandotti *
Il lago riflesso in un piatto, con la sua storia e i suoi profumi, le sue opere e i suoi giorni, stagione dopo stagione. Non potremo dimenticare l’eleganza e il profumo schiettamente lombardi del suo carrello di bolliti, da sempre la specialità della casa.
Non
è prosaico ricordare in un momento di lutto e di addio un professionista
della cucina attraverso le sue creazioni. Sono il simbolo del suo lavoro, così
come il luogo in cui lo ha proposto e offerto a generazioni di
commensali.
Conoscersi e perpetuare la memoria attraverso una famiglia di sapori. E in
presenza, un valore inestimabile in tempo di rapporti liquidi e virtuali.
Il lungolago è un po’ più malinconico. Se ne va, con Romeo Curti, una pagina di storia gastronomica lariana. Un maestro dell’accoglienza dal sapore antico e familiare nel senso più ampio e nobile del termine, fatto di calore e squisita sobrietà.
Lecco,
città dei sapori manzoniani, gli deve molto e speriamo non lo dimentichi.
Ha formato con intelligenza chi prende il suo testimone e questo è già un segno
che il suo destino non svanirà all’orizzonte.
* Scrittore e giornalista, nato a
Milano nel 1966, firma del “Corriere del Ticino” e collaboratore del Punto
Stampa, ha pubblicato tra l’altro le raccolte di poesie “Respirazione” e “Nero
Euridice”
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