Il segretario generale Oreggia: “Uno degli aspetti che non condividiamo e che ci preoccupa fortemente è la pratica di escludere le lavoratrici e i lavoratori dai processi negoziali”
Dalla Rsu della Fiom Moto Guzzi e dalla Fiom Cgil di Lecco riceviamo e pubblichiamo:
“Siamo a specificare le ragioni per cui non abbiamo ritenuto ci fossero le condizioni per firmare l’accordo di prossimità del 29 novembre scorso, partendo dal fatto che continuiamo a credere che il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori attraverso il voto debbano essere sempre garantiti.
L’accordo non sottoscritto dalla Fiom deroga la legge (decreto dignità) secondo cui 45 dei 90 lavoratori che l’azienda dovrà riassumere nel 2022 avrebbero già diritto alla stabilizzazione.
Siamo inoltre convinti che la Moto Guzzi abbia la necessità di richiamare gli stessi lavoratori perché ne ha bisogno in quanto già formati e competenti e non la riteniamo una conquista contrattuale.
Giudichiamo altresì insufficiente il solo prolungamento da 10 a 12 mesi dei part time verticali e l’assunzione di cinque staff leasing (5 completamente esclusi), non prevedendo peraltro nessuna garanzia di stabilizzazione per tutti gli altri. Per queste motivazioni non riteniamo possibile condividere tali condizioni.
Monitoreremo l’evolversi della situazione, perché crediamo anche che a una crescita come quella prospettata nei prossimi due anni debba coniugarsi un elemento di stabilizzazione consono alla produzione dichiarata”.
Fin qui la nota sindacale. Dal canto suo il segretario generale della Fiom Cgil di Lecco, Maurizio Oreggia, dichiara: “Fin dal 2011 abbiamo duramente criticato e contrastato il “famigerato” articolo 8 e i relativi accordi di prossimità, perché crediamo esistano materie indisponibili alla contrattazione, soprattutto considerato il fatto che quando è un’azienda a chiedere di farne ricorso per derogare una legge - in questo caso quella sulle stabilizzazioni - tendenzialmente la finalità è di comodo e la condizione che determina peggiorativa”.
“Altro aspetto che non condividiamo e che ci preoccupa fortemente - aggiunge Oreggia - è la pratica di escludere le lavoratrici e i lavoratori dai processi negoziali”.
Nessun commento:
Posta un commento