Il prato con alberi in piazza Gera in una foto tratta dal libro "La storia in riva al lago". |
Un’altra puntata della storia dei giardini pubblici di Mandello Lario, un’altra
preziosa testimonianza fornitaci da Luciano Rossi, che di seguito pubblichiamo:
Eravamo alla delibera del 1926 e agli appezzamenti da assegnare sulle due sponde del Meria in cambio della sua arginatura. Ci è rimasto un elenco di tali appezzamenti e una piccola mappa dell’ingegner Guzzi che ne indica numero e posizione.
Alcuni terreni sulla sponda destra passeranno a Redaelli, mentre una larga fascia adiacente alla sponda sinistra, cioè in Gera, verrà divisa tra Tagliaferri e Falck: al primo quella che andrebbe grosso modo dall’attuale fontana al lago (la Poncia quasi non c’era), a Falck tutta quella al di sopra, verso la sua proprietà. Quest’ultima zona nella mappa corrisponde a una sorta di ampio semicerchio: dev’essere una parte dello spazio adibito da qualche anno a mercato, che appunto verrebbe ceduto.
Ma a Falck entro un paio d’anni vengono riservati altri due terreni pubblici, forse entrambi compresi nel lotto 6, che viene spesso citato ma che non siamo riusciti a trovare in nessuna delle mappe rimaste e di cui pertanto non conosciamo esattamente i confini. Ne faceva parte senz’altro il prato con alberi, da poco realizzato, che si affacciava sulla parte finale dell’attuale via Manzoni, dal lato opposto alle case. In pratica andava dal tratto diagonale del muro Falck a cui è fissata la lapide a Garibaldi, fin sotto la casa Pini e il porto.
Conteneva anche, all’incirca di fronte al panificio, la colonna votiva che fu poi trasferita dove oggi c’è il monumento ai caduti e successivamente in Poncia. Il piccolo giardino vicino al muro con la scritta floreale “Mandello”, che prima della recente trasformazione si affacciava sulla Gera, era appunto un residuo di tale lotto. L’altra area aggiunta a Falck, forse appartenente al lotto 6, era a lago, sembra tra la sua darsena e il molo.
Di alcuni dettagli di questo accordo non siamo completamente sicuri, anche perché fu soggetto a continue modifiche e sostituzioni. Ma le polemiche che seguiranno esprimono le stesse domande che ci porremmo noi ora. Era un buon patto per Mandello e i suoi abitanti? Era giusto vendere parti della Gera, che da sempre era appartenuta alla comunità?
Una mappa dell'ingegner Guzzi sul progetto del 1926. |
La seconda sorpresa riguarda proprio la controversia per così dire politico-istituzionale che scoppia di lì a poco. Ormai in Italia c’è solo il fascismo, ma qui è Fascio contro Fascio. Su carta intestata del Partito nazionale fascista - Sezione di Mandello del Lario, il segretario politico Carlo Bruschetti scrive nel settembre del 1928 al commissario prefettizio (podestà) Garcea: “Come le accennai di presenza il 13 agosto scorso, la cessione al commendator Falck del nuovo appezzamento di terreno della piazza del Mercato non poteva essere da me appoggiata perché, oltre a ben conoscere i giusti desideri della popolazione, ero personalmente convinto che tale concessione si rendeva né utile e tanto meno necessaria”.
Bruschetti annuncia che, se il provvedimento non sarà ritirato, sarà costretto a dare le dimissioni da vicecommissario prefettizio e conclude: “Penso che tale risoluzione non debba affatto turbare i nostri rapporti personali e il commendator Falck deve persuadersi che niente è rivolto alla sua persona, ma che tutto ciò è solo nella visione del miglior interesse dei cittadini per i quali il Fascio è in dovere di rendersene interprete. Con la massima stima romanamente la saluto”.
Bruschetti fu di parola. Quattro giorni dopo, rimarcando ancora “l’esplicita disapprovazione del Fascio locale” per la cessione di parte della piazza del Mercato, dichiara al Prefetto di Como le proprie dimissioni da vicecommissario prefettizio “per aver modo, come segretario politico del Fascio, di presentare regolare ricorso nell’interesse del Comune e a tutela delle giuste proteste dell’intera popolazione”.
Se poi il ricorso ci sia stato e che esito abbia avuto, non lo sappiamo. Però Bruschetti lo ritroveremo tra qualche anno come podestà di Mandello.
Fine della storia? No, manca la terza sorpresa, che a me pare la più grossa: i cittadini che appunto protestano. Li ascolteremo con la dovuta attenzione nella prossima puntata.
Luciano Maria Rossi
FIORE
RispondiEliminaEsimio professore,
Se la terza sorpresa è la protesta, penso che anche in questa occasione la storia si ripeterà.
Ad oggi non è stata fatta nessuna riunione pubblica ma il comune ha già previsto una spesa o spreco di €2500000 per il primo lotto relativo alla modifica dei giardini. Criticare o lagnarsi dopo, non servirà a nulla- Ergo - PREVENIRE è MEGLIo che CURARE !!!
Fiorenzo Gilardi