Domenica 7 alle ore 11 celebrazione eucaristica nell’arcipretale di San Lorenzo prima del discorso commemorativo del sindaco al monumento ai caduti. Lunedì 15 al “De André” la proiezione di “Torneranno i prati”
Il monumento ai caduti di Mandello. |
(C.Bott.) La deposizione di omaggi floreali ai monumenti e alle lapidi che in paese e nelle frazioni ricordano e onorano i caduti, un corteo da piazza Leonardo da Vinci all’arcipretale di San Lorenzo, la celebrazione di una messa e al monumento ai caduti in piazza Garibaldi il discorso commemorativo del sindaco. Poi un film al “De André” ambientato nelle trincee dell’Altopiano di Asiago, località teatro di sanguinose battaglie.
Così, nel segno dei valori e delle tradizioni a difesa della pace e a tutela del futuro di ognuno di noi, Mandello Lario celebrerà domenica 7 e lunedì 15 novembre la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate.
L’invito ad aderire è rivolto alle autorità pubbliche, ai consiglieri comunali, alle associazioni combattentistiche e d’arma, all’Associazione famiglie caduti e dispersi in guerra, alle scolaresche e in generale all’intera cittadinanza.
Il primo atto, domenica 7 novembre, sarà rappresentato dall’omaggio di una delegazione presso le lapidi e i monumenti situati in piazza della Vittoria, alla chiesa di Sant’Antonio a Rongio, all’asilo di Maggiana, al cimitero di Olcio, all’asilo di Somana e al Sacrario dei caduti in piazza Giovanni XXIII.
Alle 10.30 la formazione del corteo che, partendo dal municipio, raggiungerà la chiesa arcipretale di San Lorenzo, dove alle 11 verrà celebrata la messa.
Al termine della celebrazione eucaristica corteo dalla chiesa al monumento ai caduti, all’ingresso dei giardini pubblici, deposizione della corona di alloro e discorso commemorativo tenuto dal sindaco, Riccardo Fasoli.
La commemorazione del IV Novembre vivrà un altro momento significativo lunedì 15, quando alle ore 21 al cineteatro comunale “Fabrizio De André” sarà proiettato Torneranno i prati, film del 2014, l’ultimo scritto e diretto da Ermanno Olmi, che decise di realizzarlo in concomitanza con le celebrazioni del centenario dell’inizio della prima guerra mondiale.
Liberamente ispirato al racconto “La paura” di Federico De Roberto, il film si svolge sul fronte italiano di Nord-est, dopo i sanguinosi scontri del 1917. La vita dei soldati alterne lunghe e interminabili attese a improvvisi quanto imprevedibili accadimenti. E la montagna diventa purtroppo luogo di morte. Ma dopo i bombardamenti e la distruzione dell’uomo torneranno la pace e i prati.
Numerosi critici cinematografici hanno dato una lettura diversa del film: la perdita di umanità nelle trincee, con i soldati ridotti a numeri e confusi con gli oggetti della sopravvivenza; la domanda ricorrente sul senso della guerra e la strumentalizzazione degli ideali dei giovani chiamati alle armi; infine, il ritorno dei prati come dimenticanza di questo inutile sacrificio.
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