Ieri pomeriggio la cerimonia inaugurale del nuovo spazio verde creato grazie alla generosa donazione dei coniugi Angela e Enrico Bonfanti, che dicono: “Adesso questa Rsa ha un’oasi di pace in più”
(C.Bott.) Un giardino dove trascorrere momenti piacevoli e dove incontrare familiari e visitatori, ma anche dove ammirare una vegetazione rigogliosa e godere della bellezza di piante e fiori.
E’ quello inaugurato ieri pomeriggio alla casa di riposo di Mandello Lario, “il giardino di Angela e Enrico” come è stato battezzato in onore di Angela e Enrico Bonfanti, i due coniugi che con una loro donazione hanno finanziato le spese per la sua realizzazione, che ha abbellito esternamente e reso ancora più accogliente la Rsa di via degli Alpini dopo i recenti lavori di ristrutturazione.
Un giardino la cui bellezza (per dirla con le parole del vescovo emerito di Cremona, monsignor Dante Lafranconi, presente nella “sala Zelioli” alla cerimonia inaugurale, resa più suggestiva dalle note al pianoforte del musicista Michele Santomassimo) è un "respiro" per il fisico ma anche per lo spirito. “Godiamoci questo spazio verde e fiorito - ha affermato sempre il prelato - e avvertiremo così una sintonia più facile anche con Dio”.
Angela e Enrico Bonfanti tagliano il nastro inaugurale. |
Prima di lui monsignor Giuliano Zanotta, presidente della “Fondazione casa di riposo”, aveva ringraziato gli operatori della Rsa, da lui definita “una struttura di eccellenza dove gli ospiti sono le persone più care”.
“Abbiamo superato al meglio la prima ondata dei contagi - ha detto - e nella seconda, pur con qualche difficoltà, li abbiamo contenuti, certamente anche grazie alle restrizioni imposte”. “Ma ora - ha aggiunto - il nostro sguardo è proiettato al futuro, con progetti di sviluppo finalizzati a offrire un servizio sempre migliore”.
A dire pubblicamente “grazie” ai coniugi Bonfanti è stato il sindaco. Riccardo Fasoli li ha elogiati non soltanto per la generosa donazione ma anche “per le loro parole, i loro sorrisi e la loro felicità di vivere”. “Questo - ha sottolineato - è ciò che fa grande la nostra comunità”.
Quindi un cenno agli ulteriori sviluppi futuri della casa di riposo. “Come pubblica amministrazione cercheremo di ottenere più risorse possibili - ha detto - per aumentare e migliorare sempre di più l’offerta alla popolazione anziana del nostro territorio”.
Loro, Angela e Enrico Bonfanti (lui 96 anni il prossimo 15 novembre, lei ottantaquattrenne), hanno ringraziato il destino che ha consentito loro di presenziare alla cerimonia inaugurale. “Adesso la casa di riposo ha un’oasi di pace in più”, ha detto Enrico Bonfanti, che ha aggiunto: “Questo giardino porta i nostri nomi di battesimo, ma noi vogliamo dedicarlo a mia madre Maddalena, a mio padre Giulio e ai genitori di Angela, Francesca e Antonio”.
Significativa la scelta di introdurre la cerimonia ricordando la storia della casa di riposo. Un tuffo nel passato per rivivere il cammino della Rsa mandellese attraverso le vicende di una striscia di terra che nel corso dei decenni ha ospitato l’oratorio femminile e la mensa della Moto Guzzi, costruita dalla “Colombo Pietro e figli”, fino ad arrivare ai giorni nostri, alla realizzazione dell’autorimessa interrata, alla ristrutturazione della struttura e appunto alla creazione del giardino finanziato da Angela e Enrico Bonfanti, che hanno poi tagliato il nastro inaugurale.
Infine, alla pasticceria Amerigo di piazza della Repubblica, spazio al brindisi e al taglio della torta, con in bella evidenza il disegno stilizzato del nuovo giardino. Sì, “il giardino di Angela e Enrico”.
L ennesima buffonata della rsa. Conta tanto l immagine e zero la sostanza. Invece di riempire la sala Zelioli di autorità varie sarebbe meglio farla godere agli ospiti ed ai loro congiunti. Dopo la
RispondiEliminaTerza dose di vaccino la storiella del Covid nn regge piu. È chiaro e lampante che i parenti è meglio che stiamo alla larga! Complimenti all amministrazione che si presta a queste farse non tenendo conto che dopo 19 mesi i oarenti devono ancora prenotare per poter stare con il loro congiunto. Senza contare che gli ospiti il famoso giardino NON LO HANNO MAI POTUTO GODERE! Vergogna!!!
Rimango addolorata nel leggere come la seconda ondata sia liquidata con "qualche difficoltà". Per alcune famiglie è stato un vero dramma. Io ho perso mia mamma, contagiata in rsa nonostante il divieto di visite, senza la consolazione di poterle stare accanto negli ultimi. Per guardare al futuro è necessario partire dal passato e riconoscere anche la sofferenza e il dolore che porta con se'. Fare memoria.
RispondiEliminaFa bene al cuore vedere che due anziani ancora autonomi e autosufficienti e che fortunatamente non hanno subito isolamento e confinamento forzati si facciano prossimi ai loro coetanei più fragili. Però, viste le foto e letto l'articolo, in questa passerella, incensante la struttura, gli ospiti della RSA ed i loro parenti, cioè i fruitori della donazione dov'erano?
RispondiEliminave la suonate e ve la cantate da soli! tutto questa apparenza a chi giova? i parenti gli esclusi a prescrivere dopo 19 mesi di INTOLLERANZA nei confronti di chi vi mantiene! le rette noi le paghiamo NOI e VOI ci tenete FUORI a centellinare le visite al proprio congiunto! siete senza vergogna e avete perso ogni umanità: chiedete all'anziano presente chi vorrebbe vedere più spesso???voi o il proprio figlio, marito moglie o zio???
RispondiEliminastate asservendo uno stato che vuole togliere le radici proprie alle famiglie in nome di esperimenti/prove!
Sarà la storia nel tempo che darà la vera versione dei fatti! perché bisogna essere degli ingenui a pensare che siano i poteri forti a volete il nostro bene! (cit. F. DE ANDRÉ che usò la parola diversa anziché ingenui , c...oni) senza vergogna davvero!
Veramente complimenti per il giardino. Molto bello. L'unica mia osservazione è: tutti gli ospiti seduti che hanno partecipato e che si vedono in foto, prima di entrare gli è stato eseguito un tampone ?
RispondiEliminaMa quando si decideranno a fare entrare i parenti tutti i giorni come prevede la legge?
RispondiEliminaSicuramente è un bel gesto di gran cuore da parte dei due coniugi Angela ed Enrico. Stride però con il fatto che, da inizio pandemia ad oggi, 19 interminabili mesi, in numerose RSA gli ospiti non possano frequentare gli spazi verdi, né da soli né in compagnia dei parenti, praticamente due estati senza vedere mai la luce del sole. Stride con il fatto che anche ora che la situazione è decisamente migliorata, nonostante il green pass, non riusciamo a vedere i nostri cari liberamente, solo previo appuntamento, se tutto va bene per due volte alla settimana e non tutti i giorni come prevede la Legge, in uno spazio dedicato da cui non ci si muove, dopo triage e con protezione, non si può accedere nella loro stanza, ecc. ecc.....no, non ce la faccio proprio ad esultare per il bel giardino. Infine: bel servizio fotografico, ma dove sono gli ospiti di Mandello?
RispondiEliminaMa con quale coraggio fare un servizio simile facendo vedere tanti estranei quando i familiari sono considerati degli appestati e tenuti il più lontano possibile, visite centellinate a pochi per volta perché dobbiamo essere sorvegliati a vista. Lodevoli i coniugi, ma gli ospiti dove sono???
RispondiEliminaFamiliari sempre considerati untori, dato che non possono entrare a portare conforto il loro cari, nonostante siano vaccinati. La autorità invece possono entrare come vogliono.
RispondiEliminaDopo venti mesi, credo che il vero ossigeno per i tanti anziani sia poter incontrare tutti i giorni i propri cari, essere liberi di uscire, fare una passeggiata, andare a messa, riprendere la normalità...purtroppo in tantissime strutture sanitarie a livello nazionale la normalità degli ospiti dipende dalla discrezionalità del proprio direttore sanitario nonostante l'ultima legge 126 del 16 settembre 21...quindi noi familiari continuiamo a essere considerati unturi e restiamo fuori dalle rsa nonostante il green pass....
RispondiEliminaSiete complici di una farsa grottesca.
RispondiEliminaMalcontate l'anno scorso tra le 16 e le 17.000 vittime tra i degenti delle RSA per il provvedimento SCELLERATO dei due assassini, Fontana e Gallera, di dirottare i dimessi covid nelle RSA stesse.
Continuate a far morire gente di malasanità, e vi autocelebrate dandovi delle pacche sulle spalle.
Mutuo riconoscimento di quella pattumiera sociale, che oramai non rappresenta altro che voi stessi.
E mentre vi beate di tutto questo, oggi dei lavoranti a Trieste vengono sgomberate dalla VOSTRA polizia cilena, che protegge il VOSTRO calpestare continuo della COSTITUZIONE.
Vergognatevi.
Ah no, scusate.
Solo chi ha una coscienza può vergognarsi.
È ancora una delle poche strutture dove non si può entrare liberamente e non si svolgono attività ricreative per gli ospiti. Non è ora di ricominciare a farli vivere con normalità e di togliere tutte le restrizioni per le visite
RispondiEliminaNo,le autocelebrazioni in un contesto di pandemia dove tutto è vietato non funzionano... soprattutto perché, al di là delle buone intenzioni dei benefattori, si dovrebbe davvero pensare in primis al benessere delle persone assistite e successivamente a tutto il resto.
RispondiEliminaLe celebrazioni vanno bene solo quando si risolvono prima i veri problemi degli ospiti permettendo loro di alleviare le inevitabili pene psicologiche nel tenerli lontani dai loro cari e non nel celebrare un pezzo di giardino lontano dalle loro esigenze.
Bisogna cambiare i paradigmi e porre al centro gli ospiti e non le esigenze delle strutture o le sole relazioni politiche o di opportunità.
Mi spiace ma le autocelebrazioni sono ormai davvero stantie e fuori moda: la sostanza deve sempre prevalere sulla forma.