In occasione del IV Novembre, gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado assisteranno alla proiezione del film di Francesco Rosi “Uomini contro”
(C.Bott.) Momenti di commemorazione a cui tutta la cittadinanza è invitata a partecipare e spazi di riflessione rivolti in particolare agli alunni della scuola primaria (su tutti, a quelli delle classi quinte, impegnati a conoscere il funzionamento delle istituzioni locali) e della secondaria di primo grado, dunque alle nuove generazioni.
Mandello Lario guarda al IV Novembre e alla Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate per ricordare agli adulti e insegnare ai ragazzi che la pace non deve essere data per scontata ma chiede sempre di essere salvaguardata e di averne cura, giorno dopo giorno.
In questa direzione vanno sia le celebrazioni organizzate per domenica 7 novembre sia - la sera di lunedì 15 - la proiezione al “De André” (ingresso gratuito) del film Torneranno i prati di Ermanno Olmi. Ma non soltanto.
Su proposta dell’assessorato comunale all’Istruzione, gli alunni delle classi terze della secondaria di primo grado assisteranno alla proiezione del film di Francesco Rosi Uomini contro, tratto dal romanzo-diario “Un anno sull’altipiano” di Emilio Lussu. “La pellicola - spiega l’assessore Doriana Pachera - è stata scelta per la sua aderenza a un’immagine veritiera del primo conflitto mondiale, caratteristica riconosciuta unanimemente dalla critica”.
Il film è ambientato sull’altopiano di Asiago intorno al 1916. Nel corso della prima guerra mondiale i soldati del generale Leone, dopo aver conquistato - lasciando sul terreno 3.000 caduti - una cima considerata strategicamente indispensabile, ricevono l’ordine di abbandonarla. Poi però quell’ordine cambia: occorre che la cima venga nuovamente tolta al nemico. Gli austriaci, tuttavia, vi si sono saldamente insediati e la difendono accanitamente con due mitragliatrici.
Gli inutili assalti dei soldati italiani si susseguono. Stanchi di essere mandati al massacro da un generale tanto incompetente quanto stupidamente esaltato, una parte dei soldati inscena una protesta. Per tutta risposta, il generale ordina di punirli con la decimazione, consistente nella messa a morte di uno di loro sorteggiato ogni dieci.
Costretti a uccidere o a essere uccisi da uomini come loro, vittime dello stesso mostruoso ingranaggio, i soldati italiani - in gran parte ex contadini - rivolgono la loro fiducia a quei pochi ufficiali che giudicano quella guerra, come del resto tutti i conflitti, una inutile strage.
Ma uno di quegli ufficiali muore nel tentativo di impedire il massacro dei suoi uomini e un altro viene condannato alla fucilazione per essersi opposto all’ordine di un suo superiore.
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