Il maestro nativo di Ginevra ieri sera sul palco del teatro “Fabrizio De André”: “Che bello tornare a suonare dal vivo”
Emmanuel Pahud ieri sera sul palco del "De André" con il pianista Amedeo Salvato. |
(C.Bott.) Voleva un gran finale, l’edizione 2021 del “Falaut festival”. E gran finale è stato perché grande era l’interprete chiamato a esibirsi a Mandello Lario per il concerto di gala con cui ieri sera al teatro comunale “Fabrizio De André” è calato il sipario sulla kermesse dedicata alla musica.
Tre giorni di concerti, tre giorni di masterclass, di incontri tra docenti e studenti, tra affermati maestri e promettenti flautisti, tra solisti di fama internazionale e “addetti ai lavori”. Tre giorni di emozioni per un progetto portato sulle rive del Lario dall’Associazione flautisti italiani e dal direttore artistico dell’evento, Salvatore Lombardi. A volerlo, fortissimamente, Emanuela Milani nel suo ruolo di direttrice della Scuola di musica “San Lorenzo” di Mandello.
“Era un mio sogno che cullavo da tempo - ha detto la musicista e docente a inizio serata - e essere riuscita a trasformarlo in realtà è la dimostrazione che le passioni muovono tutto e aiutano a centrare anche gli obiettivi più ambiziosi”.
Il sindaco Riccardo Fasoli, assente per motivi di salute, ha affidato a un messaggio il compiacimento per aver visto Mandello trasformarsi in “capitale del flauto” per un lungo quanto intenso fine settimana. “Sono stati tre giorni emozionanti - ha scritto nel suo indirizzo di saluto letto dall’assessore alla Cultura, Doriana Pachera - per l’altissima qualità degli artisti ospiti del festival nel contesto di un territorio di rara bellezza qual è quello mandellese”.
Di un utile scambio di crescita e condivisioni e di efficaci sinergie professionali hanno parlato Francesca Negrini e Zoran Boras del “Laboratorio delle lingue” di Lecco, main sponsor dell’evento, che hanno affermato: “La formula che ha consentito a giovani talenti di suonare con autentiche eccellenze del flautismo internazionale si è rivelata vincente e di questo siamo orgogliosi. Del resto vedere un dialogo così intenso e proficuo tra diverse generazioni è il valore aggiunto di questo festival”.
“Vi abbiamo aderito e partecipato soprattutto con il cuore - hanno aggiunto - abbiamo percorso insieme un tratto del cammino e questa sera ci lasciamo da amici”.
Quindi il palcoscenico è stato tutto per Emmanuel Pahud, originario di Ginevra, stella del firmamento flautistico chiamato a chiudere… con il botto il festival. “Che bello tornare a suonare dal vivo”, ha premesso il maestro, che si è poi esibito alternando brani per flauto solo ad altri accompagnato al pianoforte da un altrettanto splendido musicista, Amedeo Salvato.
Un concerto fatto di virtuosismi, un vero e proprio “dialogo” con il suo flauto traverso e con il pubblico, quello di Pahud. E alla fine dell’esibizione un lungo applauso ha reclamato il bis, naturalmente concesso dai due maestri. Quindi altri applausi, l’inchino dei musicisti e, idealmente, quello di Mandello Lario alla musica. E al “Falaut festival”.
Emanuela Milani con Emmanuel Pahud. |
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