02 ottobre 2021

“Ciao Franco, grazie per l’amicizia che mi hai donato, per il tuo ottimismo e per quella tua ilarità”

Angelo Luigi Venini ricorda il mandellese Alippi: “Nelle nostre dissertazioni non c’era argomento in cui non emergessero le tue considerazioni sempre dotate di buon senso”

Franco Alippi, morto a Mandello Lario all'età di 91 anni.


Nel giorno dell’ultimo saluto a Franco Alippi, socio fondatore e per anni presidente della Polisportiva Mandello, scomparso nel tardo pomeriggio di giovedì all’età di 91 anni e i cui funerali si terranno oggi alle 14.30 in “San Lorenzo”, Angelo Luigi Venini, suo amico di vecchia data, ci invia il ricordo che di seguito pubblichiamo:

Mio zio Pietro Venini uscì dal negozio di Tonzanico dando in escandescenze e in un attimo la piazza fu deserta. Giocando a pallone, avevamo infranto per l’ennesima volta la vetrina della sua bottega. Durante la pausa del mezzogiorno la piazza era il nostro campo di gioco. Tra i più sfegatati c’eri tu e, con te, c’erano tuo fratello Giancarlo e la turba di amici che a quell’ora gravitava in piazza.

Su quella stessa piazza si affacciava il panificio Gilardoni gestito dallo “zio Gusto”, fratello di tua madre, caratteristico personaggio, così chiamato per i molteplici interessi di “cronaca” che coltivava nelle faccende edilizie del comune, mentre tua madre Maria, sorella dell’ingegner Arturo Gilardoni, era adibita al bancone di vendita del pane.

La casa dei Gilardoni, nell’attuale piazza della Repubblica, era sempre frequentata da un nugolo di ragazzi, tra fratelli, nipoti cugini e amici che la consideravano luogo di ritrovo e di svago anche perché tuo nonno materno Onorato, figura caratteristica e di una bontà infinita, amava essere attorniato dai giovani, che a loro volta ne traevano il beneficio di qualche dolciume.

Capitava che la palla venisse carpita dallo zio Pietro o da altri esercenti e allora passavano settimane prima che riprendessero le nostre “partite”.

Nel pomeriggio dei giorni festivi era solito stazionare sulla piazza il piccolo chiosco ambulante del gelataio Tino Costantin, conosciuto da tutti, che attendeva i pochi clienti tambureggiando a ritmo di musica sulla cassa.

Vivo è anche il ricordo di quando, durante l’occupazione tedesca, lo “zio Gusto” incaricava alcuni di noi di trasportare il pane fresco alla caserma di Molina usufruendo di un piccolo carretto che poi usavamo per giocare. Un’abitudine del “nonno Onorato” era anche quella di accodarsi, in piazza Tonzanico, al corteo dei funerali che transitavano diretti verso il cimitero, posizionato sempre in fondo e, nella stagione fredda, avvolto in un ampio mantello.

Poi tu intraprendesti il lavoro alla “Gilardoni raggi X” e i nostri rapporti si diradarono.

Con l’avvento del computer tornai a frequentare casa tua in orario pomeridiano, incontrando Orietta per il thè e per le “notizie del giorno”. Durante quei colloqui riemerse l’affiatamento che aveva sempre contrassegnato la nostra amicizia e le nostre “dissertazioni filosofiche” improntate all’ottimismo, al sorriso, alla battuta spiritosa e che terminavano ogni volta in una risata. Non c’era argomento in cui non emergessero la tua ilarità e le tue considerazioni sempre dotate di buon senso.

Poi i tempi, purtroppo, sono mutati e giocoforza i nostri contatti sono continuati al telefono senza però mai perdere il timbro dei nostri abboccamenti che si orientavano per lo più sullo stato della nostra salute, ma sempre improntati al buo­n umore e ai tuoi paradossi.

Oggi siamo qui a scrivere la parola “fine” con il sorriso sulle labbra, come se stessimo per formulare il concetto di un nostro discorso o per preparare la battuta spiritosa preludio di una lunga risata.

Ciao Franco, ripeto le parole - anche se abusate - “mi mancherai”, accompagnandole dal mio “grazie” per l’amicizia che mi hai donato in questi lunghi anni e per quanto ho ricevuto e imparato da te.

Luigi  

 

Quella che segue è invece una dettagliata scheda di Franco Alippi redatta sempre da Angelo Luigi Venini:

Dagli amici era conosciuto come Franco Gilardoni per via di sua madre Maria, sorella dell’ingegner Arturo Gilardoni, fondatore della “Gilardoni raggi X”.

Franco Alippi nasce a Mandello Lario il 27 aprile 1930, secondo di quattro fratelli. Suo padre Ambrogio, classe 1899, muore nel ‘34.

Dopo i primi studi, nel 1947 inizia a lavorare nell’azienda dello zio ricoprendo varie mansioni.

Il 15 aprile 1947 viene assunto dalla “Gilardoni raggi X” in qualità di apprendista operaio. Dopo un periodo di tirocinio viene avviato a una formazione professionale di tipo tecnico-produttivo applicata alla costruzione di apparecchiature radiologiche per uso medico e industriale.

Nel luglio 1953 viene promosso impiegato di concetto e assume la sovrintendenza di alcuni reparti dell’azienda, dove cura il coordinamento delle tecnologie organizzative e produttive.

Dal 1° marzo 1954 al 31 maggio del ‘55 viene staccato presso la “Pugno Vanoni Srl” di Milano, dove acquisisce concetti costruttivi sui tubi generatori di raggi X (tubi Roentgen).

Nell’aprile 1958 viene promosso impiegato di massima categoria e confermato alla direzione della produzione aziendale, incarico che ricoprirà fino al 31 dicembre 1971 contribuendo in modo determinante allo sviluppo del complesso industriale.

Nel 1959 sposa Orietta Mauri. E’ padre di quattro figli, uno dei quali - Matteo - perde la vita nel ‘97 in un tragico incidente stradale.

Nell’ottobre 1969, assieme ad altri quattro soci, fonda la Polisportiva Mandello ricoprendone la carica di presidente e ricevendo le congratulazioni dell’ingegner Luigi Buzzi, fondatore della “Cemb Spa”.

Nel ‘71 lascia la “Gilardoni raggi X” e inizia a collaborare con la “Gilardoni cilindri” fondata dallo zio Vittorio, fratello di Arturo.

Qui ricoprirà una posizione dirigenziale su vari livelli produttivi fino al 1990, anno in cui lascerà l’azienda per la pensione.

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