Realizzato su una parete della “Icma” da Gianni “Gechi” Trincavelli, è stato inaugurato ieri sera in concomitanza con un'apprezzata rievocazione storica
Il murales realizzato da "Gechi" Trincavelli in via Cavour a Mandello. |
(C.Bott.) Un tuffo nel passato fino ad arrivare agli anni Venti del secolo scorso, quando muoveva i primi passi la Moto Guzzi, destinata a volare alto nell’immaginario di ogni appassionato, proprio come il suo inconfondibile simbolo, l’aquila.
Un salto indietro di cento anni, per “rivedere” automobili, personaggi e naturalmente motociclette d’epoca. E persino per ascoltare musiche e canzoni di un repertorio dai più dimenticato.
Via Cavour a Mandello Lario - accanto e dentro l’officina del fabbro Giorgio Ripamonti dove era solito sostare Carlo Guzzi e dove nel 1919 fu costruito il prototipo del modello “Guzzi-Parodi” - ieri sera è stata teatro di una rievocazione e di una inaugurazione destinate a loro modo a fare storia e a raccontare il cammino centenario di una fabbrica e delle sue motociclette.
Bella e carica di significati la rievocazione, che ha coinvolto oltre sessanta figuranti, tutti in abiti di scena assolutamente impeccabili e tutti calati fino in fondo nella parte. Non potevano mancare Carlo Guzzi e il “Giorgio ferèe”. Accanto a loro tanti altri personaggi di quegli anni lontani. E poi le vetture d’epoca, a partire da una Chevrolet Torpedo del 1932 di provenienza sudafricana (motore 6 cilindri, potenza 56 cavalli, velocità massima 100 chilometri orari).
C’erano anche un motocarro calessino degli anni Cinquanta e un Cardellino trasformato da Gabriele Ranzini di Albairate con un motore elettrico.
Ma la “star” della serata, per così dire, era Gianni “Gechi” Trincavelli, autore del murales realizzato proprio accanto all’antica officina di Ripamonti per celebrare il secolo di vita della Guzzi e onorare chi, con il proprio ingegno e il lavoro, ha tracciato la strada dello sviluppo economico di Mandello.
Una vera opera d’arte di 7 metri per 8 che raffigura - in un contesto chiaramente d’epoca - Carlo Guzzi, suo fratello “Naco”, Matilde Carcano e suo marito Mario Bianchi, Giorgio Ripamonti, Emanuele Vittorio, Giorgio e Marina Parodi. In alto, nel cielo, un velivolo per un ideale tributo a Giovanni Ravelli.
“Quando “Gechi” si mette in mente di fare qualcosa non sbaglia e ha il pregio di saper coinvolgere non soltanto gli amici ma un po’ tutta la cittadinanza - ha detto il sindaco, Riccardo Fasoli, subito dopo che sulle note dell’inno di Mameli era stato svelato il murales - e questa sua pregevole opera, che rimarrà nella storia di Mandello, ne è la testimonianza”.
Il “grazie” di Trincavelli è andato in particolare all’imprenditrice Silvia Buzzi per avere sostenuto in modo convinto l’iniziativa e aver dato l’assenso alla creazione del murales, realizzato su una parete di proprietà della “Icma”. Poi un altro ringraziamento a Elena Bagnasco, nipote di Giorgio Parodi, per la concessione di una emblematica foto di famiglia riprodotta sul grande dipinto.
Quindi altri due momenti particolarmente significativi: lo scoprimento della targa che illustra in quattro lingue il murales e l’esecuzione del nuovo inno della Moto Guzzi, un brano gradevole e orecchiabile musicato da Andrea Donato, Andrea Muzio e Luca Pelucchi su testo di Elio Cantoni, poeta mandellese di Olcio. Un brano gradevole e orecchiabile.
Con Donato, Muzio e Pelucchi, a eseguirlo e a proporre subito dopo un richiestissimo bis anche Piero Donato, Giuliano Taccomandi, Luca Pedeferri, Guido Faggi, Angela Carminati e Andrea Sirico (la preparazione dei cori si doveva a Laura Brambilla).
A fine serata un lungo, lunghissimo applauso. Alle inappuntabili comparse, ancora a “Gechi” Trincavelli e, idealmente, alla Moto Guzzi, perché il volo dell’Aquila continua.
Nel servizio fotografico di Claudio Bottagisi, una serie di immagini della rievocazione storica e dell'inaugurazione del murales.
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