Ho fiducia che dei giardini a lago di Mandello e del loro futuro si possa parlare in termini equilibrati e produttivi. La tentazione da tenere a bada è sempre quella di schierarci già in partenza da una parte o dall’altra, perdendo così di vista il merito della questione, che spesso va a zig-zag tra i nostri pregiudizi. Provo a dare un mio contributo.
La prima contrapposizione da evitare è quella tra destra e sinistra. Ognuno di noi ha, spero, le proprie idee politiche motivate, ma qui non c’entrano. Non esistono giardini di destra e giardini di sinistra: i giardini sono di tutti. Esistono invece giardini belli e brutti, ben curati o trascurati, importanti per la cittadinanza o indifferenti. E’ su questo che dobbiamo misurarci.
Qualcuno ha detto giustamente che anche l’Amministrazione di sinistra, a suo tempo, ha fatto interventi di vario impatto ma comunque discutibili (il “brutto” chiosco, le dune, la pista skate...). Vero: se l’esperienza serve a qualcosa, cogliamo allora l’occasione per correggere gli errori e prendere decisioni più oculate in futuro.
Un’altra contrapposizione che rischia di portarci fuori strada riguarda tradizione e progresso, antico e moderno. Tutti noi, in realtà, siamo un impasto dell’uno e dell’altro: guardiamo con favore al progresso e alle novità utili, ma vogliamo anche conservare le cose buone che il passato ci ha consegnato. A me pare saggezza.
Ricordate, se l’età ve lo consente, una quarantina di anni fa, quando l’ente della navigazione demolì il pontile? Certo era vecchio, era persino liberty! E ricordate poi con quanta tenacia e fatica un gruppo di cittadini benemeriti non si è rassegnato alla perdita, ma è riuscito a ritrovarlo, a metterlo insieme, a restaurarlo? Ora è uno dei nostri simboli più cari, oltre a svolgere egregiamente la funzione per cui è nato.
Una terza contrapposizione è la più insidiosa, perché entra nel cuore della questione e tende a mettere in conflitto chi sostiene il “verde” e chi lo sport. E’ una guerra senza senso.
Verde e sport sono due ambiti distinti e positivi, che tutti apprezziamo e tutti vogliamo, a Mandello. A volte li coltiviamo anche insieme, ad esempio quando scarpiniamo (che gioia poterlo fare) su per i boschi delle nostre montagne. Ma anche in pianura non occorre, per affermarne uno, danneggiare o limitare l’altro: ci sono spazi per il verde e spazi per gli sport, nei luoghi appropriati.
Qui il verde sono i nostri giardini, un dono storico di Madre natura e degli uomini. Un dono piccolo per dimensioni, un centinaio di metri o poco più, ma immenso per valore e benedetto. La natura benevola si è manifestata, nel corso dei secoli, dei millenni, attraverso il bacino della Grigna e il Meria, che costruiva il territorio di Mandello e la Gera portando a valle acqua, terra e sassi. Gli uomini invece sono stati quei nostri amministratori lungimiranti che, nella nuova sensibilità del Novecento, hanno trasformato la Gera, sempre rimasta pubblica e parzialmente coperta di alberi, in una vera oasi di pace, di bellezza, di incontro, per tutta la cittadinanza. I nostri giardini appunto.
La domanda che dobbiamo farci allora è questa: a distanza di un secolo, hanno ancora senso quei valori? O si sono appassiti e non ne sentiamo più tanto il bisogno? I giardini, per riacquistare utilità, devono essere riempiti o almeno in parte sostituiti con qualcos’altro?
Confesso che a me pare il contrario. Oltre alla salvaguardia del verde e alla transizione ecologica di cui oggi tanto si parla, quando rifletto sulla vita, sulle sue sofferenze e solitudini, ma anche sul suo fascino così pieno di mistero, ho l’impressione che di quei valori avremo sempre bisogno. E se i nostri giardini (pubblici, di tutti) ci volessero dare una mano in questo e in cambio ci chiedessero solo di averne cura e affetto come una volta e di riportarli con amicizia alla loro antica grazia?
Proviamo a pensarci insieme, a rispondere a queste domande con spirito aperto e sincero. Poi decidere, nel modo più condiviso e democratico possibile, sarà più facile.
Luciano Maria Rossi
Sinistra tumore dell'
RispondiEliminaItalia....una masnada di parassiti e incapaci. Peggio dei talibani
Sarebbe bello pubblicare i commenti con la propria firma. Comunque, il commento più importante è l'ennesimo attestato di stima per il dr. Rossi
RispondiEliminaFIORE
EliminaÈ l'ennesima volta che il prof. Rossi affronta il problema dei giardini pubblici, fino ad oggi però l'amministrazione comunale non ha dato segno di vita.
Se si vuole veramente arrivare ad una decisione democratica, ergo concordata con i cittadini, è indispensabile fare una serie di riunioni in tutte le frazioni per sentire l'opinione di tutti.
I giardini fanno parte della RES PUBBLICA.
Fiorenzo Gilardi
Fiorenzo Gilardi, concordo con lei. Speriamo che tutti i commentatori si firmino.
Elimina