(C.Bott.) Trent’anni di ininterrotto servizio presso la parrocchia “Sacro Cuore” a Mandello Lario. Trent’anni di soddisfazioni e, inevitabilmente, anche qualche divergenza. E alcune delusioni. Fondamentalmente trent’anni di gioie, di rinunce e di non poche gratificazioni morali.
Già, sono passati esattamente tre decenni da quando - la data era l’8 settembre 1991, la messa quella delle 8 - Massimo Gilardoni iniziò ad accompagnare all’organo le celebrazioni religiose appunto alla prepositurale del “Sacro Cuore”.
“Accompagnavo alla messa domenicale proprio delle 8 la sorella di mia nonna - dice Gilardoni - e avevo notato che a quella celebrazione eucaristica mancava l’accompagnamento musicale. Parlai dunque con l’allora prevosto don Gianni Gatti e così iniziò il mio cammino di organista, anche se in verità già da alcuni anni accompagnavo a Olcio la celebrazione vespertina della domenica”.
Passarono un paio di mesi e Giuseppe Scanagatta, organista della parrocchia, si ammalò. Fu proprio Gilardoni a sostituirlo per un paio di mesi, dopodiché lo stesso maestro Scanagatta gli chiese di affiancarlo nel servizio musicale. E così avvenne.
All’inizio del 2001 Scanagatta lasciò definitivamente l’incarico e Massimo iniziò a suonare anche ai Vespri e alla messa festiva delle 10, oltre ad assicurare il suo accompagnamento musicale nei vari servizi settimanali: dai funerali ai tridui, passando per i servizi assicurati presso le chiese di Rongio, di “San Rocco” a Molina e a San Zenone.
Da lì all’istituzione del coro parrocchiale il passo fu breve e quel tragitto non si è più interrotto. “Il canto è la mia passione - osserva Gilardoni - e io tengo molto che il popolo partecipi appunto con il canto alle celebrazioni. A volte posso sembrare insistente quando sollecito i fedeli a far sentire le loro voci, ma io sono convinto che il canto non sia un semplice abbellimento della celebrazione bensì una parte integrante, e in quanto tale importantissima, della funzione religiosa”.
“Ho accompagnato all’organo eventi gioiosi quali i matrimoni o i battesimi - aggiunge - oltre ai riti funebri di moltissimi mandellesi, ma ancora oggi mi commuovono in particolare le esequie dei giovani che vengono a mancare, così come quelle delle persone che non hanno affetti familiari. Non è raro che mi trovi a suonare a funerali con al massimo 7 o 8 persone presenti, compresi il celebrante e il sacrestano”.
“Ho visto passare tanti vicari - sottolinea sempre Gilardoni - e tre parroci: oltre al compianto don Gianni, don Pietro Mitta e l’attuale prevosto don Giuliano Zanotta. Sarebbero molti gli aneddoti da raccontare. Se faccio un bilancio di questi trent’anni posso dire di avere certamente rinunciato a non poche libertà, specie nei miei anni giovanili, ma devo ammettere di aver fatto questa scelta con assoluta consapevolezza”.
“Ringrazio di cuore chi mi ha sempre sostenuto - aggiunge l’organista - a partire dalle donne che erano solite frequentare la messa domenicale delle 8, le prime che ho conosciuto. Io ero poco più che un ragazzino e proprio loro mi hanno accolto con gioia e comprensione. Ringrazio i parroci e i vicari. Anche se non sono mancate divergenze, hanno sempre collaborato con me. E viceversa”.
Poi alcune riflessioni legate alla sua grande passione, la musica. “Sì, la musica e il canto sono la mia vita - dice Gilardoni - e non a caso la denominazione della mia nuova attività ricettiva intrapresa in frazione Olcio (“Casa della musica”, ndr) è quella che a me più si addice. Anche in questa attività ho molte soddisfazioni e tra l’altro quando accolgo persone che sanno suonare metto a loro disposizione, con grande piacere, il mio pianoforte”.
Infine un altro riferimento alla sua attività di organista. “Trent’anni di servizio al “Sacro Cuore” - afferma - ne valgono… novanta in chiese minori dove si tiene magari una sola celebrazione settimanale. Eppure non mi è mai mancato l’entusiasmo, non è mai venuta meno la forza di volontà. Lo stesso entusiasmo e la medesima forza di volontà che mi fanno andare avanti. I tempi purtroppo sono cambiati, si sa, e le funzioni religiose diminuite. Ma la musica e il canto restano… la mia casa”.
Massimo Gilardoni con don Luigi Prandi e l'ex parroco del "Sacro Cuore" don Pietro Mitta.
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