(C.Bott.) “L’obiettivo era raggiungere la finale, quindi va bene così. Domani cercheremo di fare ancora meglio per arrivare più in alto possibile. Aver centrato la finale a una Paralimpiade è una gran bella cosa”. Era stata esplicita, Lorena Fuina, commentando ieri da Tokyo il secondo posto dell’Italia ai recuperi con il “quattro con” PR3 misto, piazzamento che era valso appunto alla barca azzurra l’accesso alla finale, dunque alla regata valida per l’assegnazione delle medaglie.
A quel punto voleva credere a qualcosa in più, la timoniera mandellese della "Moto Guzzi" chiamata a comporre l’equipaggio della nostra Nazionale ai Giochi nipponici con Cristina Scazzosi, Lorenzo Bernard, Alessandro Alfonso Brancato e Greta Elizabeth Muti. Una medaglia? Perché negarlo. I risultati di questi ultimi anni autorizzavano a cullare sogni di gloria, ma questa mattina (in Italia non era ancora l’alba) il nostro “quattro con” ha dovuto accontentarsi - si fa per dire, trattandosi appunto di una finale paralimpica - del quinto posto.
Oro, argento e bronzo sono andati rispettivamente alla inarrivabile Gran Bretagna (da anni dominatrice della specialità, campione paralimpica già a Londra 2012 così come a Rio 2016), agli Stati Uniti (argento anche cinque anni fa ai Giochi brasiliani) e all’altrettanto agguerrita Francia, bronzo iridato nel 2018 e argento quest’anno agli Europei. Insomma tre grandi formazioni, che l’Italia ha comunque sfidato con la giusta determinazione.
Al quarto posto ha chiuso l’Australia. Per i nostri, come detto, quinta piazza davanti a Israele, staccatissimo al sesto posto.
Resta la soddisfazione (e che soddisfazione!) di avere raggiunto una finale paralimpica. E oggi tutta Mandello Lario applaude Lorena Fuina.
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